Si è svolta questa mattina, presso la Sala Ottagonale della Tenuta Gala di Acerenza, la celebrazione dei vent’anni di attività del Centro di Riabilitazione “Don Michele Gala – Don Gnocchi”, una delle strutture di riferimento della Fondazione Don Gnocchi in Basilicata....
Un cavallo può leggerti dentro e tu, quando inizi a comprendere e a “leggere” i cavalli per forza di cosa diventi bravo a farlo anche con le persone.
Tutto questo emerge ne La mano vuota (Zoraide Editore), un bel romanzo, profondo e delicato al tempo stesso, del giornalista e scrittore Francesco Cappello.
La protagonista è Lucia, una maniscalca che ha ereditato dal papà i segreti di questo mestiere sempre più ricercato. Il suo approccio con i cavalli è improntato al rispetto: è la persuasione che deve portarli a star fermi quando devono essere ferrati e non la costrizione.
Lucia si ritrova a lavorare al circolo ippico “Il Pianeta del Cavallo”, una struttura patinata, frequentata da gente snob. Trofei alle pareti, cavalli da competizione, istruttori di fama internazionale. Da poco, una new entry: un istruttore di dressage, un affascinante olandese del quale mamme e allieve sembrano infatuate.
Improvvisamente Seraphina, una cavalla da concorso, viene trasferita in un piccolo ranch. La monta Camilla, una dodicenne magra e silenziosa, figlia di un facoltoso avvocato che non avrebbe mai lasciato “Il Pianeta del Cavallo” senza un motivo valido. Lucia si rende conto che, stringendole la mano, Camilla ha una presa è inconsistente, vuota: “Era una mano piccola, ma decisa. Non tremava.
Non era sudata.
Ma sembrava… come se non avesse peso.
Come se non fosse attaccata a niente”.
Lucia, con la sua sensibilità, si accorge che in Camilla – alta, magra, fragile –, in un corpo che sembrava fatto solo d’aria, c’era dolore: “Lo si vedeva da lontano che la bambina soffriva per qualcosa molto più grande di lei. Urlava per quanto dolore avesse in corpo. E i genitori la ignoravano.”
Grazie a un intuito spiccato, prende a cuore il disagio della bambina e si confida con una sua amica, Rossella Farina, tenente colonnello dei Carabinieri anche lei appassionata di equitazione che, a causa di un rovinoso incidente, non ha potuto intraprendere la carriera agonistica. Le due donne, insieme, con alto senso di responsabilità si mettono d’impegno per aiutare Camilla portando alla luce una situazione che, malgrado fosse sotto gli occhi di tutti, era ben occultata dalla perfezione del maneggio.
Tecnica equestre e verità umane sono il filo conduttore di un romanzo significativo sotto tanti punti di vista. Dopo The game, Francesco Cappello conferma il suo talento con uno stile impeccabile e una trama che evidenzia bene terribili insidie per i più piccoli. Il mondo dei cavalli, in una descrizione ricca di particolari, conferisce valore aggiunto alla narrazione.
Francesco Cappello, nato a Zurigo nel 1970, si è laureato in Lettere moderne e ha conseguito un dottorato di ricerca in Relazioni Internazionali presso l’Università del Salento. Appassionato di informatica fin da giovane, ha utilizzato il suo primo personal computer già nel 1992, combinando questa passione con quella per la scrittura e conservando i suoi manoscritti “nei cassetti” del cloud. Ha insegnato informatica in numerosi corsi e dal 2012 è giornalista pubblicista. Su Melendugno.net testata online che dirige, ha raccontato le vicende del Salento e smascherato truffe sul web, mettendo in guardia i lettori dai pericoli della rete.
Rossella Montemurro

