Fotografo, ingegnere, chirurgo, medico umanitario, poliziotto: Ricardo (o Alexandre, Daniel o Richard) è tutte queste cose. Ed è, soprattutto, abilissimo "a cambiare maschera, a contraffare i sentimenti più vari, a tramare inganni più astuti di Ulisse, a piangere,...

Come riesce lei a descrivere tra le pagine dei suoi romanzi le donne, sanno farlo in pochi. Risaltano tutte le sfumature psicologiche in una trama nella quale spicca il contesto, mai disgiunto da temi di stretta attualità. Sveva Casati Modignani, la “signora dei romanzi”, cattura con le sue donne anche ne La domestica a ore (Sperling & Kupfer). Protagonista è Isabella Boccadoro d’Este, una contessa che ha scelto di nascondere le sue origini nobili lavorando a Milano come domestica a ore. È al servizio di famiglie facoltose, le sue giornate incastrano i vari impegni tra i diversi appartamenti. Una mattina, entrando a casa dei Tizzoni – il proprietario, Alessandro, è il presidente della Italiandesign, azienda che produce arredi d’interni firmati dai designer più geniali – trova Laura con il volto sfigurato, incapace di parlare. Non è la prima volta che Isabella ha notato segni inequivocabili di violenza sul corpo della giovane signora; però quel giorno, in cui tra l’altro sono assenti i domestici filippini che sembravano non aver mai prestato attenzione alle condizioni della donna, chiama l’ambulanza, decisa ad aiutare Laura.
Inizia così un romanzo nel quale l’odioso fenomeno della violenza di genere occupa un ruolo di rilievo. La testimonianza di Isabella viene raccolta da un affascinante capitano dei Carabinieri, tenace e intraprendente, Duccio Soldanieri, anche lui nobile. Oltre ad assicurare alla giustizia Alessandro, marito di Laura, l’ufficiale, grazie ai suoi modi garbati e alla sua avvenenza, riesce a far breccia nel cuore di Isabella, deciso a far luce sul suo passato. Si snoda quindi il racconto, accorato e senza censure, della vita della donna. Un’infanzia trascorsa con la zia paterna e uno zio materno, in quanto i suoi genitori, del tutto anaffettivi, avvocati di successo, erano troppo presi dal lavoro. La madre, in particolare, la considerava “un errore di navigazione”, nonostante fosse una bambina docile e abituata a stare con tutti. Nella sua adolescenza non manca una relazione proibita, moralmente inaccettabile.
La storia che via via si dipana è coinvolgente, ricca di alti e bassi proprio come la vita di ciascuno di noi. Le emozioni sono a fior di pelle, in perfetto stile Casati Modignani. La “lezione”, se così si può dire, che arriva forte al cuore è relativa alla forza silenziosa delle donne e alla possibilità di ricominciare, sempre.
Sveva Casati Modignani è uno pseudonimo dietro il quale sono celati i coniugi Bice Cairati (Milano 13 luglio 1938) e Nullo Cantaroni (Milano 27 agosto 1928 – 29 dicembre 2004). Bice ha continuato a usare il nom de plume anche dopo la morte del marito, dando seguito a una produzione letteraria di grande successo che prosegue dal 1981. Tutti i libri da quell’anno in poi sono stati editi da Sperling & Kupfer, tranne Il diavolo e la rossumata – con ricordi autobiografici di Bice – che pubblicato da Mondadori nel 2012, seguito da Il bacio di Giuda (2014) e Un battito d’ali (2017), terzo volume della serie. Tra i suoi romanzi ricordiamo Anna dagli occhi verdi (1981), suo esordio, Lezione di tango (1998), 6 aprile ’96 (2003), Qualcosa di buono (2004), Palazzo Sogliano (2013), La moglie magica (2014), Dieci e lode (2016), Festa di famiglia (2017) e Suite 405 (2018), Segreti e ipocrisie (2019) e Il falco (2020), L’amore fa miracoli (2021) e La vita è bella nonostante.
Rossella Montemurro

