venerdì, 5 Dicembre 2025

Vent’anni di attività del Centro Gala-Don Gnocchi

Si è svolta questa mattina, presso la Sala Ottagonale della Tenuta Gala di Acerenza, la celebrazione dei vent’anni di attività del Centro di Riabilitazione “Don Michele Gala – Don Gnocchi”, una delle strutture di riferimento della Fondazione Don Gnocchi in Basilicata....

Viviamo in un’epoca in cui le emozioni sono esibite, condivise e – spesso – celebrate come forme di autenticità.

Eppure, proprio queste emozioni, se non governate, possono diventare il peggior nemico della razionalità.

Un antico proverbio, ripreso da varie culture e pensatori, recita: “Non promettere niente se sei felice e non prendere nessuna decisione se sei arrabbiato.”

Una frase semplice, ma con implicazioni profonde sulla nostra vita personale, lavorativa e sociale.

Quando siamo sopraffatti dalla gioia, il nostro cervello rilascia neurotrasmettitori che aumentano la sensazione di benessere e connessione con gli altri.

In questo stato di euforia emotiva, siamo più inclini a promettere, offrire aiuto, fare progetti ambiziosi o assumere impegni che, a mente lucida, potremmo considerare eccessivi o irrealistici.

“È il classico scenario di una promessa fatta sull’onda dell’entusiasmo: ‘Ti aiuterò con tutto’, ‘Non ti lascerò mai’, ‘Certo che possiamo iniziare questo progetto insieme’. Ma quando l’emozione si placa, restano solo le responsabilità, a volte troppo grandi rispetto alle reali possibilità”, spiegava una psicologa comportamentale in un corso di aggiornamento che feci non molto tempo fa.

All’estremo opposto c’è la rabbia, spesso scatenata da situazioni di frustrazione, ingiustizia o dolore.

In preda all’ira, la nostra corteccia prefrontale – responsabile della valutazione e del controllo – perde temporaneamente efficienza.

Il risultato?

Decisioni impulsive, frasi taglienti, rotture affrettate, licenziamenti azzardati o persino gesti di cui ci si pente amaramente.

“Prendere decisioni quando si è arrabbiati è come guidare in una tempesta con i fari spenti”, affermava la  psicologa. “Non si vede chiaramente e si rischia di andare a sbattere.”

Il punto non è reprimere la gioia o la rabbia, ma imparare a riconoscerne l’effetto sul nostro comportamento.

Mi ha fatto tanto riflettere che sempre più aziende stanno adottando training di intelligenza emotiva, proprio per aiutare i dipendenti – e soprattutto i manager – a non lasciarsi guidare da stati d’animo estremi.

In ambito privato, il consiglio è altrettanto valido: prima di prendere una decisione importante o fare una promessa impegnativa, è utile attendere che l’emozione si stabilizzi, confrontarsi con una persona fidata, o semplicemente riflettere a mente fredda.

In un mondo dove l’immediatezza domina – dalle risposte su WhatsApp alle reazioni sui social – fermarsi un momento può sembrare un lusso.

Ma è proprio in quella pausa, in quel respiro consapevole, che si cela la vera maturità emotiva. Perché se è vero che le emozioni ci rendono umani, è altrettanto vero che la lucidità ci rende saggi.

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