sabato, 23 Novembre 2024

“Poi ci sono gli zingari, in questo quartiere, e quando succede una cosa brutta danno la colpa a loro. Hanno rubato borsa a una vecchietta? Sono stati gli zingari. Hanno scaricato rifiuti a bordo di strada? Sono stati gli zingari. Ma io non sono convinto che sono sempre gli zingari a fare cose brutte. Io penso i problemi di un quartiere come questo sono tanti e i poveri zingari hanno solo costruito baracche in fondo a strada per avere un tetto sopra la testa e ripararsi da freddo, io so cosa vuole dire avere freddo e fame, ma la gente qui non capisce perché anche se ha pochi soldi ha una casa calda e sempre qualcosa dentro piatto”.

Nelle parole di Steve, originario dell’Albania, è facile rispecchiarsi negli stereotipi che ci vincolano, è comodo uniformarsi ai cliché, seguendo l’opinione della massa. Ecco perché quando i sensi di colpa di Mara, sedicenne che ha appena fatto l’amore con il suo ragazzo, diventano macigni che la spaventano, dire di essere stata violentata dagli zingari significa evitare le conseguenze dei genitori.

È ispirato a un fatto di cronaca accaduto a Torino nel 2011 Notte isterica (Morellini) di Miran Bax: un commando di centinaia di persone, armate di fiaccole e molotov, contro un campo nomade per vendicare la violenza su una sedicenne. Violenza che in realtà non era mai avvenuta.

In Notte isterica si alternano le voci di quattro ragazzi: Mara, innamorata di Giuseppe, che racconta la sua “prima volta” e l’angoscia per il perbenismo dei genitori, delle punizioni che, se dovessero accorgersi di ciò che è accaduto, avrebbero esiti terribili, tanto da confidare al fratello Giacomo di essere stata stuprata da due zingari; Giacomo, che insieme ad alcuni amici organizza una fiaccolata di solidarietà e decide di radere al suolo il campo nomadi; Debora, dalla salute psichica precaria, che ha assistito all’incendio dalla finestra di casa; Steve, originario dell’Albania, mette in dubbio la sua appartenenza al gruppo e ne rinnega l’operato. Ma la voglia di andare via e di ricominciare è soffocata dalla paura di restare solo in un luogo in cui egli stesso è uno straniero.

Questa pluralità di voci, scandita da stili diversi che si intrecciano e si fondono, è un’analisi impietosa della società contemporanea, sempre pronta a puntare il dito a priori.

Miran Bax, pseudonimo di Massimo Anania, nasce nella nebbiosa periferia di Torino, vive e lavora a Belluno. Nel 2018 pubblica il romanzo Autostop per la notte (Miraggi edizioni) che arriva in finale al premio “Prunola” 2019 e riceve la menzione d’onore al premio “Tre colori” 2021. Nel 2020 pubblica il romanzo Tutto l’amore che manca (Miraggi edizioni). Nel 2021 vince il premio letterario Raccontami In 25 Parole per il “racconto più significativo”. Nel 2023, con lo pseudonimo Miran Bax vince il premio letterario Raccontami In 25 Parole per il “racconto più originale”.

Rossella Montemurro

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