"Come mai i ragazzi, e non solo loro, sembrano stare così tanto male oggi? Quali sono le ragioni che possono spiegare le nuove forme di disagio e l'emergenza psicologica in cui ci imbattiamo tutti, non solo chi si occupa per mestiere della salute mentale? Si tratta di...
Nuova tappa materana ieri sera per la presentazione del fortunato romanzo “La luce nella masseria” (Mondadori) di Saverio D’Ercole e Roberto Moliterni, ambientato nella Città dei Sassi degli anni Sessanta. La storia ha ispirato il lungometraggio trasmesso in prima serata domenica 7 gennaio su Rai 1. Dopo l’incontro con gli studenti del Liceo scientifico “Dante Alighieri” di Matera e quello di venerdì pomeriggio nell’Aula consiliare di Ferrandina (alcune scene del film sono state effettuate nella cittadina aragonese), questa volta la presentazione è avvenuta all’Hotel del Campo in una sala gremita di pubblico entusiasta del film. A condurre brillantemente la serata è stata Marianna Dimona che oltre ai due autori ha dato la parola ad alcuni degli attori, Nando Irene, Giovanni Limite e Lia Trivisani che hanno partecipato al film. Specifichiamo che tutti i protagonisti della serata erano materani. Prima della presentazione, nella elegante hall dell’albergo, abbiamo avuto modo di intervistare Saverio D’Ercole e Roberto Moliterni.
Saverio D’Ercole, sappiamo che l’idea del libro è stata la tua. Ci vuoi dire come è nata questa storia che hai scritto insieme a Roberto Moliterni?
La storia è ispirata ad alcune vicende della mia famiglia. In particolare a Vincenzo che è il protagonista adulto, che è esistito davvero ed era mio zio, affetto da sclerosi multipla. La famiglia lo aiutò a comprare una salumeria in Via XX Settembre a Matera. Lui con i primi soldi guadagnati acquistò il televisore e quindi il mio ricordo è che tutti noi della famiglia andavamo a vedere il sabato sera “Canzonissima” a casa di zio Vincenzo . Questo è stato il nucleo centrale di partenza del testo risalente al 1999. Qualche tempo fa ho incontrato Roberto, lui ha scritto vari libri, e gli ho chiesto di scrivere a quattro mani questo testo. Così abbiamo iniziato. Poi è successo che è venuta fuori la possibilità del film e allora abbiamo accantonato la scrittura del libro e, insieme a Salvatore Basile, abbiamo realizzato la sceneggiatura del film. Successivamente con Roberto abbiamo ripreso la scrittura del romanzo: il film è uscito il 7 gennaio e il libro è stato pubblicato il 9 gennaio.
Roberto Moliterni, come avete organizzato il lavoro?
Nelle sceneggiature si è abituati a lavorare a più mani. Sia io sia Saverio veniamo da queste esperienze e abbiamo riportato quel tipo di lavoro nel nostro romanzo. Quindi, facevamo una prima stesura che veniva rivista continuamente con delle modifiche e delle aggiunte. Si lavorava con una scaletta dettagliata e condivisa, per cui si poteva andare avanti anche quando l’altro non c’era.
Il tema riguarda anche la società contadina e la sua trasformazione. E’ una sorta di romanzo antropologico in quanto Matera è stata la cosiddetta Capitale del mondo contadino. Si tratta di un atto d’amore verso la nostra città?
(Saverio D’Ercole). E’ assolutamente così. L’abbiamo definita una restituzione affettiva. Un atto d’amore profondo verso Matera anche se entrambi sono tanti anni che viviamo fuori. Dovevamo collocare la storia nel momento in cui si svuotavano le campagne per andare a lavorare nelle fabbriche e questo ha modificato, per certi versi, in meglio la nostra società. Però per altri versi, ha penalizzato il sistema di comunità. Questa era l’idea che volevamo raccontare, l’importanza della Comunità nella crescita dell’individuo e anche le famiglie allargate che si avevano all’epoca, con la derivazione nei “vicinati” dei Sassi.
Vi aspettavate un successo così eclatante del film? Avete seguito la realizzazione delle scene sul set?
(Saverio D’Ercole) Il successo è stato davvero notevole. Per quanto riguarda il set è stato bello vedere trasformarsi la sceneggiatura in film e vedere recitare gli attori bravissimi, in gran parte locali, così come lo sono state le maestranze. Nel film si è creata un’atmosfera di famiglia che non è assolutamente frequente e che rifletteva lo spirito della famiglia Rondinone, protagonista della storia.
State immaginando un seguito?
(Roberto Moliterni) Durante la scrittura del romanzo ogni tanto ci fermavamo e ci dicevamo “questo potrebbe essere un possibile innesto per una futura storia”. Ciò dipenderà non solo dal nostro desiderio ma da tanti altri fattori, ossia la volontà della Rai di proseguire. Mentre per un seguito del romanzo dipende dal successo di quest’ultimo. Devo dire che nei giorni successivi alla proiezione tante persone ci hanno richiesto del seguito perché è arrivata la percezione che sia una storia che potrebbe continuare. Forse, anche perché con tanta Tv violenta in questo momento, si ha bisogno di storie più calde.
(Saverio D’Ercole) Vorrei specificare che il libro non è una novellizzazione della sceneggiatura, ma un’occasione per approfondire i personaggi perché in un film si deve ottimizzare, invece il nostro desiderio era fare un approfondimento e ci sono dei personaggi e fatti che nel film non sono raccontati. Per esempio c’è un capitolo sulla Festa della Bruna, oppure quello sulla realizzazione a Matera del “Vangelo secondo Matteo” di Pasolini.
Come sta andando il libro?
(Roberto Moliterni) Bene, quelli che lo leggono ci restituiscono dei commenti emozionati che ci fanno ovviamente piacere. Chi legge il libro e ha visto il film è come se rivedesse il film ma con una ricchezza ulteriore di dettagli!
Filippo Radogna