Balvano è il paese simbolo della devastazione del terremoto del 23 novembre 1980. Oggi, come ogni anno, la comunità si ferma per ricordare le vittime di quella tragica notte. La giornata di commemorazione inizia con una messa solenne nella chiesa ricostruita di Santa...
Vi siete mai chiesti che cosa è la virtù?
Proviamo a farlo insieme.
La virtù è una disposizione abituale e ferma a fare il bene.
Ecco perché questa consente alla persona non solo di dare il meglio di sé, ma di cogliere soltanto buone azioni.
Infatti Sa Paolo così scrive ai Filippesi: “In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri.”
La persona virtuosa ricerca sempre il bene e lo sceglie in azioni concrete.
Diceva San Gregorio di Nissa: “Il fine di una vita virtuosa consiste nel divenire simili a Dio”.
Scommetto che pure a voi, in questo momento, vi verranno i brividi.
Questo significa che dobbiamo essere convinti che le virtù umane sono ferme abitudini, stabili disposizioni, perfezioni abituali della volontà e dell’intelligenza che regolano le nostre azioni, ma soprattutto ordinano le nostre passioni e guidano la nostra condotta secondo la ragione e la fede.
Solo così le nostre azioni procurano felicità, padronanza di sé, e gioia per condurre una vita moralmente buona.
Mi verrebbe da dire che l’uomo virtuoso è colui che liberamente pratica il bene.
Ecco perché la virtù sono frutti di atti moralmente buoni.
Le quattro virtù cardinali sono: “Prudenza, temperanza, fortezza, giustizia.”
Nel libro della Sapienza leggiamo: “Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche. Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza,
la giustizia e la fortezza, delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita.”
Stiamo attenti a non confondere la prudenza con la timidezza o la paura, o peggio con la doppiezza e la dissimulazione.
Gli antichi dicevano che la prudenza dirige le atre virtù indicando loro regola e misura.
Riflettete: è la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza.
L’uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo proprio questo giudizio.
In conclusione: grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare.
Nicola Incampo