"Dobbiamo tornare a guardare l'alba e il tramonto con gli occhi della meraviglia prima che con gli occhi del giudizio". Lo ha affermato la psicologa e psicoterapeuta rogersiana Maura Anfossi, riferendosi al colore arancione, questa sera nella città dei Sassi nella...
Uno stile raffinato, una scrittura colta accanto a descrizioni minuziosi e affascinanti dell’epoca, intrise di suggestioni. Sono queste le qualità che arricchiscono la trama del romanzo Il medico di Istanbul (Giunti) di Francesca Thellung Di Courtelary, una storia d’amore e morte che sorprende, appassiona e coinvolge fino all’ultima riga.
Nel 1558 nel Mediterraneo Orientale, lo schiavo Melchiorre Guilandino sulla galea che lo conduce a Istanbul entra nelle grazie del potente ammiraglio Uluch Alì. È riuscito a guarirlo dalla tigna, un’impresa nella quale gli altri luminari avevano fallito. Melchiorre, infatti, è un medico brillante che era stato fatto prigioniero dai turchi mentre cercava erbe curative per la sua preziosa collezione.
“Sbarcarono al crepuscolo, mentre sulle rive boscose cominciavano ad accendersi i mille fuochi della sera e l’acqua appena increspata si illuminava di altrettanti riflessi d’oro rosso. Il profumo dell’aria era dolce e fresco, venato di gelsomino e di alloro. Mentre scendevano, Melchiorre sentì che la stanchezza infinita di quel viaggio si andava mutando in un senso profondo di rassegnazione, quasi di pace: sapeva di aver fatto il possibile per la propria sorte ed era consapevole che ormai il suo futuro non gli apparteneva più. (…)”
Giunto nella capitale, in virtù delle sue competenze evita la prigionia e viene condotto alla corte del più grande sovrano dell’epoca, Solimano il Magnifico, che lo destina a una sorte ancora più atroce: provvedere all’evirazione degli eunuchi per l’harem imperiale. Melchiorre, ribelle e idealista, non può né vuole piegare la sua arte medica a un compito così terribile, e chiede a Uluch Alì di aiutarlo a fuggire a Padova dalla persona che ama, il collega Gabriele Falloppio. Lo spietato e astuto ammiraglio, però, esige in cambio un prezzo altissimo: Melchiorre dovrà giacere in gran segreto con la figlia di Alì, Mariam, e farle concepire un bambino che lei possa poi spacciare per il figlio dell’anziano marito. Il rischio dell’impresa è enorme, Melchiorre non vuole tradire Falloppio ma è costretto a mettersi in gioco per riprendere in mano le redini della sua vita. In questo turbinio di eventi si intrecciano le vicende, le passioni e i destini del serraglio.
Francesca Thellung di Courtelary, nata a Roma nel 1962, si laurea in Storia della Lingua italiana con il professor Luca Serianni alla Sapienza Università di Roma, e insegna materie umanistiche al liceo. Ha pubblicato saggi a carattere storico e linguistico per i cataloghi di mostre curate dal Ministero dei Beni Culturali e ha collaborato per oltre dieci anni con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani.
Rossella Montemurro