domenica, 24 Novembre 2024

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Il presidente Bardi all’evento “Panorama on the road” di Matera

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Un giorno entrai in una terza superiore e notai che un alunno era triste, ma molto triste.

Domandai cosa gli fosse successo e rispose piangendo: “Ho fatto lite con la mamma”.

Gli dissi: “Adesso leggeremo una poesia di Giuseppe Ungaretti, intitolata La Madre, e la commenterai”.

E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

Ungaretti scrive La Madre in occasione della morte della genitrice nel 1930, il forte dolore per il lutto lo spinge a riflettere sulla propria morte, segnata dal ricongiungimento con l’adorata madre.

La madre con cui si ricongiungerà dopo la morte ha la funzione tipica del genitore, e cioè quella di accompagnare il bambino e di intercedere per lui. In questo testo possiamo osservare anche la concezione religiosa di Ungaretti: secondo il poeta dopo la morte ci aspetta il confronto con Dio e con la possibilità di raggiungere una condizione di innocenza.

Dopo aver letto la poesia ad alta voce aggiunsi: “Che bel dialogo tra figlio e madre!

Anzi dialogo altissimo, perché si propone a livello di fede e di speranza cristiana, quindi a livello di amore.

La madre deceduta e il figlio ancora per strada.

Avete notate come il figlio contempla la madre nella luce di Dio, ed è straordinario perché non dubita di questo.

È ancora più bello riflettere che l’autore vuole che sia la madre a guidarlo quando sarà la sua ora.

Tutto, ma proprio tutto diventerà più chiaro e si saprà il senso finale d’ogni cosa e si riabbracceranno, figlio e madre.”

Ogni, quando ritorneremo a casa, daremo un bacio sulla fronte della mamma.

Nicola Incampo

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