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La civiltà egizia, sviluppatasi lungo le rive del fiume Nilo, aveva moltissime divinità e dava grande importanza alla religione.
Essa attribuiva un carattere divino anche al Nilo, fonte di vita per la terra e lo stesso popolo egiziano.
Voi immaginate che l’Egitto e i suoi abitanti erano di proprietà del Faraone in quale era considerato il rappresentante in terra di Amon: il dio creatore.
Ed era proprio per questo motivo che il Faraone era considerato una divinità.
Gli Egizi erano politeisti e le loro divinità erano rappresentate in modo antropomorfo, cioè a forma d’umo, zoomorfa, cioè a forma di animale, oppure mista, cioè una figura umana con testa di animale, come quella di un falco, di un gatto, di un leone, ecc.
Le divinità principali erano:
Amon, dio del sole, creatore del mondo e padre degli dei.
Iside, sposa di Osiride, dea della fortuna e della maternità.
Horus, il dio falco signore della legge.
Geb, il dio della terra.
Thot, il dio della scrittura e della sapienza.
Maat, dea della verità e della giustizia.
Anubi, il dio sciacallo guardiano dei defunti.
In onore delle divinità, i Faraoni fecero erigere templi enormi con corridoi di colonne che conducevano ala cella dove c’era la statua della divinità: qui potevano entrare solo i sacerdoti.
Essi entravano nel tempio ogni giorno, lo purificavano con fuoco e incenso praticando i vari riti.
È inutile dire che il popolo non poteva entrare all’interno del tempio, ma poteva vedere la stata solo in rare occasioni.
Il popolo egiziano era particolarmente sensibile al culto dei morti.
Gli Egiziani ritenevano che la vita continuasse nell’al di là, per questo motivo preservavano i corpi dei defunti con la mummificazione e curavano in modo speciale la costruzione delle tombe.
I sacerdoti curavano la mummificazione del corpo del defunto che a seconda della sua condizione sociale, veniva posto nel sarcofago, cioè in una cassa a forma di corpo.
Nel sarcofago aggiungevano gioielli, armi, abiti del defunto, quindi cibi e il Libro dei morti.
Questo libro, scritto su un foglio di papiro, illustrava le prove che lo spirito del defunto doveva superare per giungere al tribunale di Osiride dove, dopo una confessionale finale, il cuore del defunto veniva pesato sulla bilancia della giustizia, quindi veniva emesso il giudizio: nel regno dei vivi o nel regno dei morti.
Una curiosità: tra le tombe più belle ci sono ovviamente quelle dei Faraoni, le piramidi.
La piramide, che era una tomba sontuosa, veniva costruita mentre il Faraone era ancora in vita, e racchiudeva la sua camera funeraria.
Quest’ultima, magnificamente decorata, ospitava la statua del sovrano e il suo sarcofago in oro massiccio, che riproduceva le sembianze del Faraone.
Le piramidi, edificate a base quadrata con blocchi di pietra sovrapposti, erano davvero maestose e la loro perfezione era simbolo della condizione divina del Faraone.
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica