La Fondazione Francesca Divella, in collaborazione con il Comune di Matera e l'associazione "Una stanza per un sorriso - Sostiene i pazienti oncologici", è lieta di annunciare la "Giornata della prevenzione senologica e ginecologica", un evento dedicato alla salute e...
“Ho già notato altre volte lo sguardo crudele delle donne e degli uomini curiosi per la strada, la sporca scialuppa del loro interesse che ci raggiunge alle spalle, le parole non dette ma pensate e per questo udibilissime, le domande non fatte ma luminose negli occhi degli amici.
Ma a me non pesa il sorriso sciocco di fornai e vigili e preti e cuoche, le mie notti sono tranquille e prive di colpe.” A parlare è Laura, una trentenne bellissima che sta vivendo una relazione a dir poco anomala con un uomo di 79 anni. L’anziano ha rubato nel supermercato in cui lei fa la commessa, lei lo ha inseguito ma non per fermarlo e denunciarlo: per invitarlo a prendere un caffè. Laura è innamorata, attratta da quest’uomo che ha più del doppio dei suoi anni, qualche acciacco e uno stile di vita agli antipodi rispetto al suo. Eppure Laura, cieca, passa con lui momenti splendidi, anche e soprattutto a letto. Cieca – e sorda ai richiami dei genitori e di Monica, la sua amica più cara, agli avvertimenti dei parenti di Rocco, convinti che la ragazza voglia sottrargli soldi – Laura decide di andare a convivere.
Io sono l’orchessa (Baldini+Castoldi) di Sebastiano Spicuglia ha una trama spiazzante resa ancora più forte dallo stile con cui è narrata: un periodare articolato e complesso, una ricchezza lessicale non indifferente. Ed è con queste premesse che si delinea una storia che va oltre i luoghi comuni, scardinando le certezze e presentando una protagonista che ha sicuramente tratti caratteriali border line. Insensibile e superiore a ogni critica, impermeabile – o quasi – al corteggiamento di Pierre, un bel ragazzo francese che Monica le ha fatto conoscere per allontanarla da Rocco. Testarda nella convinzione di star vivendo un “amour fou”, quando, finalmente, riesce a lasciare andare Rocco, si rende conto che senza di lui – difetti compresi – non può vivere. Ma anche dinanzi alla possibilità di una vita serena insieme, non smette di essere tormentata dall’odiosa paura di perdere la persona amata, in un vortice di follia, gelosia, paranoie.
«La Laura che affabula la sua storia all’amica del cuore è soprattutto una psicopatica. Simile nell’animo a certe figure femminili, segnate da una vena misogina, che Tennessee Williams infoiava nei suoi dimenticati racconti degli anni Cinquanta», scrisse Piero Gelli, valutando questo romanzo prima della pubblicazione e lodandone la «prosa accesa, lussureggiante, meridionale». Oggi, queste pagine – cariche di tragica delicatezza, di echi letterari e cinematografici graffianti e raffinati – continuano a comunicare la densa umanità che si sprigiona nelle storie d’amore apparentemente sbagliate, l’irresistibile armonia del desiderio che non si arrende neppure all’evidenza, e l’eroina di cui si legge acquista lo spessore e la forza di un personaggio attualissimo e radicale. Spiazzante ma, forse, prevedibile l’epilogo.
Sebastiano Spicuglia (Siracusa), giornalista, firma del quotidiano «La Sicilia» dal 2013. Per quindici anni ha condotto un Tg nella sua città. Autore di reportage per Rai 3 (Blogtv, Citizen Report). Come illustratore e fumettista ha collaborato con «Centonove», «Lettere», «Coreingrapho» e «Canemucco» (prodotte da Makkox), «Blue» e «Animals» (Coniglio Editore), «Verticalismi», «Giornalettismo» e «L’isola dei Cani». È autore di un Pinocchio illustrato cattivo e sulfureo, inedito, con prefazione di Beniamino Placido. Adora i tortellini con la panna, Dino Buzzati, Busi, Pitigrilli e Philip Roth.
Rossella Montemurro