“Le acque del Basento sono potabili. Sono state effettuate analisi approfondite prima di procedere all’utilizzo delle stesse. Dunque accogliamo positivamente l’iniziativa della magistratura di effettuare ulteriori analisi, che confermeranno l’efficacia delle nostre...
Fin dalle prime pagine, leggendo Metropolitania (Fandango), l’esordio di Carolina Cavalli, si entra in un vortice: dallo stile alla trama è come immergersi in un mondo parallelo, psichedelico, che difficilmente si dimentica a lettura conclusa.
L’io narrante è Eddi, una ragazza che definire “strana” è un eufemismo. Senza peli sulla lingua, racconta la sua vita fuori dagli schemi, tra passato e presente, in uno stato quasi di sospensione. È come se vivesse ai margini, del resto lei non fa niente per entrare nei ranghi di ciò che è socialmente accettato e accettabile.
Ventotto anni, un fidanzato morto per overdose, l’abuso di sostanze, la sessualità vissuta al limite e con chiunque capiti – anche con il gemello del fidanzato, a voler illudersi che sia ancora in vita –, il junk food, la bulimia, la paranoia… Nessun obiettivo, nessun ideale: Eddi va avanti nella vita spinta da quello che capita, senza scegliere, senza reagire.
Attorno a lei una città utopica e spaventosa nella sua vastità, dove tutto può succedere e anche le cose più bizzarre – tipo una coetanea appena arrivata dall’Oriente, più magra e più pallida di lei, con una storia strampalata alle spalle e un prezioso vaso cinese da custodire – sono tollerate. Masami per Eddi è attraente e respingente, è una creatura da proteggere o da sopraffare: intanto, è una ragione per scuotersi e buttarsi in un’avventura in cui le due ragazze si ritroveranno invischiate in situazioni assurde, spesso artefatte dalla droga, dai loro sensi sempre a mille.
Alla stregua di Thelma & Louise ma più spericolate e davvero senza freni, Masami ed Eddi si ritroveranno implicate in vicende al limite amplificate da descrizioni che non lasciano niente all’immaginazione. È tutto estremo in questo romanzo, dal linguaggio alla visionarietà e non è un caso che l’autrice sia una sceneggiatrice: traspare dai dialoghi, dalle ambientazioni, dall’originalità di una trama che a tratti diventa disturbante. Del resto per Eddi, e di riflesso per Metropolitania, le mezze misure non esistono.
Carolina Cavalli è nata a Milano, si è laureata in Lettere e Filosofia e lavora come sceneggiatrice e regista dal 2016. Ha vinto il San Francisco Film Society Rainin Filmaking Grant per la co-sceneggiatura del lungometraggio Fremont (2023) e il premio Solinas Experimenta per la scrittura della serie Mi hanno sputato nel milkshake (2020). Nel 2022 realizza il suo primo lungometraggio da regista, Amanda, presentato al Festival di Venezia e al Toronto film Festival.
Rossella Montemurro