giovedì, 21 Novembre 2024

Le “Eccellenze gastronomiche lucane” protagoniste a Tirana

Le “Eccellenze gastronomiche lucane”, con la degustazione, l’esposizione, la promozione di prodotti della regione Basilicata hanno caratterizzato la parte centrale della IX Settimana della Cucina Italiana nel Mondo che si è tenuta a Tirana, in Albania. L’evento - dal...

Professore, ma Gesù è veramente esistito?”

È una domanda che mi facevano spesso a scuola, soprattutto alle superiori.

Papa Benedetto XVI ha più volte affermato che “Gesù non è mito, è un uomo fatto di carne e sangue, una presenza tutta reale nella storia”.

Ecco, vediamo cosa dice la storia.

La vita di Gesù è documentata da varie fonti storiche: cristiane, giudaiche e greco-romane.

Incominciamo col dire che sono documenti di grande valore, che permettono di affermare la storicità di Gesù.

In particolare, le fonti del mondo giudaico e greco-romano sono molte importanti perché, senza avere nessun interesse a dimostrare l’esistenza di Gesù, confermano quanto riportano i vangeli.

Andiamo con ordine.

Le fonti cristiane si distinguono in testi canonici (del Nuovo Testamento) e apocrifi.

I testi canonici sono quelli che la comunità cristiana riconosce come ispirati da Dio e, come tali, autentici.

Essi parlano diffusamente di Gesù: “Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo di Erode”. (Cfr. Matteo 2, 1).

I testi apocrifi, invece, sono quelli che la comunità cristiana non ritiene che siano ispirati da Dio e, quindi, non autentici; però sono documenti che pur nella loro inautenticità, sono particolarmente importanti per confermare la storicità di Gesù.

Per esempio, dal Protovangelo di Giacomo, derivano la tradizione del bue e dell’asinello nella grotta della Natività e il nome dei genitori di Maria: Anna e Gioacchino.

Le fonti giudaiche confermano la storicità di Gesù, offrendo notizie importanti sulla sua persona, sul periodo e sui luoghi in cui è vissuto.

Tali fonti sono rappresentate dagli scritti di Giuseppe Flavio e dal Talmud.

Giuseppe Flavio (37-103), storico giudeo nella sua opera Antichità Giudaiche racconta di “Gesù che era soprannominato Cristo”.

Il Talmud (70-200), una raccolta di scritti rabbinici, riferisce che la persona e l’opera di Gesù erano noti agli Ebrei e così parla della morte del mago Gesù.

A testimonianza della storicità di Gesù, sono di fondamentale importanza i vari siti archeologici presenti sul territorio palestinese, ovvero nella terra d’Israele.

Le fonti greco-romane sono date da Plinio il Giovane, Svetonio e Luciano di Samosta.

Plinio il Giovane (62-112) governatore della Bitinia, comunica all’imperatore Traiano la diffusione del culto dedicato a Cristo: “Avevano l’abitudine di incontrarsi in un luogo stabilito, prima che facesse giorno, per cantare inni a Cristo”.

Cornelio Tacito (54-120), autore della storia di Roma, racconta che dopo l’incendio di Roma del 64 d.C. “Nerone spacciò per colpevoli e condannò a pene raffinate quelli che la plebe chiamava cristiani. Il loro nome deriva da Cristo, condannato a morte dal Procuratore Ponzio Pilato, sotto l’impero di Tiberio”.

Carlo Svetonio (70-126), autore di biografie sugli imperatori, scrive di disordini a Roma istigati da un certo Cresto, cioè da Gesù Cristo: “L’imperatore espulse da Roma i giudei che, per istigazione di un certo Cresto, procuravano continui tumulti”.

Luciano di Samosta (129-186), scrittore greco di origine siriana, riguardo ai cristiani e a Cristo scrive: “Ad essi fu insegnato dal loro originale maestro che sono tutti fratelli e, dal momento della loro conversione, negano gli dei della Grecia e adorano il saggio crocifisso, vivendo secondo le sue leggi”.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la Pastorale Scolastica

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