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Oggi vorrei proporvi un inno dedicato alla speranza e lo vorrei fare con “Il portico del mistero della seconda virtù” di Charles Péguy.
Charles Péguy, di modeste origini, sua madre era impagliatrice di sedie,mentre suo padre era morto pochi mesi dopo la sua nascita.
Fu notato dal direttore dell’École Normale d’Orléans, che lo fece entrare al Liceo di Orléans dove ottenne una borsa di studio che gli consentì di diplomarsi brillantemente.
Nel 1907, si convertì al cattolicesimo. Da allora, produsse sia opere in prosa di argomento politico e polemico (Notre Jeunesse, L’argent), sia opere in versi mistiche e liriche. Tuttavia, la sua intransigenza e il suo carattere appassionato, lo resero sospetto sia agli occhi della Chiesa di cui egli attaccava l’autoritarismo, sia ai socialisti di cui denunciava l’anticlericalismo e in seguito il pacifismo.
Questi sospetti saranno rafforzati da certi atteggiamenti del figlio, custode della sua memoria, che, dopo la sua morte, darà una lettura conservatrice dell’opera del padre.
Il brano che vi propongo è il seguente:
“La Speranza vede quel che non è ancora e che sarà.
Ama quel che non è ancora e che sarà.
Nel futuro del tempo e dell’eternità.
Sul sentiero in salita, sabbioso, disagevole.
Sulla strada in salita.
Trascinata, aggrappata alle braccia delle due sorelle maggiori,
Che la tengono per mano,
La piccola speranza.
Avanza.
E in mezzo alle due sorelle maggiori sembra lasciarsi tirare.
Come una bambina che non abbia la forza di camminare.
E venga trascinata su questa strada contro la sua volontà.
Mentre è lei a far camminar le altre due.
E a trascinarle,
E a far camminare tutti quanti,
E a trascinarli.
Perché si lavora sempre solo per i bambini.
E le due grandi camminan solo per la piccola.”
Cari amici è la speranza che ci anima nella nostra povertà, nelle incomprensioni, nell’impegno sociale e operoso.
È la speranza la virtù che ci affida alla memoria.
Ecco perché Charles Péguy che “è sperare la cosa più difficile, a bassa voce. E la cosa facile è disperare ed è la grande tentazione.”
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica