domenica, 22 Dicembre 2024

Il prof. Incampo e la leggenda della stella di Natale

Vorrei iniziare questa mia riflessione sul Natale raccontandovi una leggenda messicana: “La leggenda della stella di Natale”. “In un piccolo villaggio messicano viveva una bambina di nome Altea. Quando venne la notte di Natale, tutti andarono in chiesa con un piccolo...

Un “infiltrato” nella Fabbrica del Carro, armato di pazienza e passione che ha vinto l’inevitabile diffidenza del maestro cartapestaio Raffaele Pentasuglia (vincitore nel 2018, insieme alla sorella Claudia, del concorso bandito dall’Associazione Maria SS. della Bruna, attualmente presieduta dal dott. Bruno Caiella) e dei suoi collaboratori per poi riuscire a fotografare tutte le fasi della costruzione del manufatto in cartapesta fino al momento dello strazzo. Sei mesi di full immersion, quattro anni fa, per il fotografo Giorgio Cossu, un “privilegiato” che ha affiancato il maestro cartapestaio e il suo team catturando gli attimi più intensi e significativi di uno dei simboli pagani del 2 luglio.

Quegli scatti sono racchiusi nel volume La signora della cartapesta. L’effimero a Matera (Nane Edizioni, testi di Ezio Flammia e Domenico Scafoglio, traduzione di Carla Rowland-Tims, progetto grafico e impaginazione di Carlo Manna), “un’impresa eccellente non solo per la novità di ricerca ma anche per la quantità e la qualità delle immagini che Giorgio ha prodotto a contatto diretto con i cartapestai, soprattutto con il maestro Raffaele e la sorella Claudia con i quali ha istaurato un rapporto di stima e amicizia”, sottolinea Flaminia, considerato dalla critica tra i massimi esperti della cartapesta in Italia.

Cossu, continua Flammia, “ha pensato testardamente di seguire da vicino come nasceva dal nulla un’opera d’arte destinata ad una festa, pensata e fatta bella per piacere a molti”.

Sempre nella sua prefazione, Flammia ricorda le similitudine tra il carro e la barca di Nola che i locali cartapestai realizzano in onore di San Paolino, insieme ai giganteschi otto gigli (25 metri).

“Pochi fotografi ho conosciuto, come il giovane Cossu, – aggiunge lo storico Domenico Scafoglio – ossessionati dalla cura dei dettagli e al tempo stesso dalla preoccupazione di superare la prigionia del realismo cui espone la fotografia, di fuggire dall’ovvia fedeltà all’oggetto che ad essa è connaturata; è un ossimoro duro da sciogliere, ma mani esperte possono trasformare la riproduzione in costrutto, l’oggetto in simbolo, nella segreta ambizione di accostarsi all’arte”.

Ogni sezione (“Il legno”, “L’argilla”, “La cartapesta”, “Il gesso”, “Le vernici”, “Il rostro, “Criniere, piume e fuochi d’artificio”, “L’assalto”) del volume, con testo bilingue (italiano-inglese), è un piccolo passo verso il culmine del 2 luglio, in un’alternanza di scatti suggestivi e documentativi sul ciclo vitale del Carro Trionfale: la nascita, la gloria e la distruzione. Il tutto calato nel contesto culturale che rende il Carro unico: le tecniche costruttive, i luoghi, i personaggi, le processioni, i tempi, la scuderia, i muli e i materani che, nel loro insieme, mantengono viva questa tradizione, nei secoli.

Cossu è un fotografo napoletano specializzato in documentazione etnografica sulle tradizioni e la cultura popolare.
Già autore di volumi fotografici, tra gli altri, sul teatro di figura tradizionale in diverse aree del mondo.
I suoi lavori sono stati esposti in numerosi paesi. Collabora con “L’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare” di Grugliasco.

Rossella Montemurro

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