sabato, 23 Novembre 2024

L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Matera comunica che, lo scorso 31 dicembre 2017, è scaduto il termine entro il quale tutte le amministrazioni locali erano chiamate ad inserire, nel proprio regolamento edilizio, una norma che vincola gli edifici residenziali e non, sopra i 500 metri quadri di estensione e di nuova costruzione, alla predisposizione all’allaccio di infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli. L’obbligo riguarda anche i fabbricati già esistenti che ricevano interventi di ristrutturazione edilizia di primo livello. A stabilire la nuova norma è il Dlgs 257/2016 all’art. 4, che ha modificato il Testo unico edilizia (DPR 380/2001). Già il DL 83/2012 (in attuazione della direttiva europea 2014/94/UE) aveva fissato nel 1° giugno 2014 la data entro cui i comuni avrebbero dovuto adempiere alle nuove disposizioni; tale obbligo è stato poi prorogato fino alla fine del 2017.

A seguito di una indagine sui siti internet delle amministrazioni comunali del territorio di riferimento, l’Ordine degli Ingegneri ha rilevato, al momento, l’assenza di comunicazioni che dimostrino l’avvenuto recepimento della nuova disposizione di legge. “Così stando le cose, la legge prevede che l’inosservanza della norma produca il mancato rilascio del titolo abilitativo.” – dichiara il presidente dell’Ordine, Ing. Gianluca Rospi.

A livello nazionale, sembra che soltanto qualche amministrazione comunale di grandi città del Nord Italia abbia recepito, finora, la novità istituzionale: ad esempio, a Milano l’attuazione (avvenuta già sulla base del Dl 83/2012) prevede per tutti i nuovi interventi (indipendentemente dalla dimensione e dalla destinazione d’uso) la creazione di box con presa per la ricarica dei veicoli e relativa contabilizzazione dei consumi. Anche il Comune di Bologna ha adeguato i propri regolamenti, obbligando la presenza di prese nei box e di posti auto con colonnine di ricarica in tutti gli immobili con superficie superiore a 500 metri quadrati di nuova costruzione o che subiscono profonde ristrutturazioni. A Torino l’obbligo è riferito agli immobili di grandi dimensioni e con uso non residenziale.

“Dobbiamo rammentare” – comunica ancora il Presidente Rospi – “che, in caso di mancato allineamento da parte dei Comuni alle nuove disposizioni, il Testo Unico dell’Edilizia prevede che le Regioni si sostituiscano ad essi e facciano decadere i titoli edilizi rilasciati per edifici non costruiti seguendo le regole, in base alle proprie leggi regionali. È pertanto necessario adeguare celermente i regolamenti edilizi comunali, per evitare blocchi burocratici delle pratiche edilizie e il rischio di un ulteriore rallentamento nel mercato edilizio – che già soffre degli effetti di una crisi economica.”

Entrando nel dettaglio del dispositivo di legge, l’articolo 4 prevede di predisporre l’installazione di colonnine di ricarica per auto elettriche per tutti gli edifici non residenziali di nuova costruzione di superficie superiore a 500 metri quadri; per gli edifici residenziali di nuova costruzione con almeno 10 unità abitative; per i fabbricati già esistenti sottoposti a ristrutturazione edilizia di primo livello (cioè soggetti a un intervento che coinvolga almeno il 50% della superficie lorda e l’impianto termico). Le installazioni di ricarica devono consentire la connessione di una vettura per ogni parcheggio coperto o scoperto o per ciascun box per auto presente nell’immobile. Per i soli edifici residenziali di nuova costruzione, con almeno 10 unità abitative, il numero di spazi a parcheggio e box auto dotati di colonnina non deve essere inferiore al 20% del totale.

“Sollecitiamo tutte le amministrazioni comunali che ancora non hanno ottemperato agli obblighi di legge, ricordando anche che l’adeguamento dei regolamenti edilizi alle nuove disposizioni consente la riduzione delle emissioni climalteranti in atmosfera, ottemperando anche alle normative europee, garantendo un adeguato sviluppo sostenibile del nostro territorio.” – conclude il Presidente Rospi.

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