mercoledì, 27 Novembre 2024

A Matera il 30 la Giornata della Prevenzione Senologica e Ginecologica

La Fondazione Francesca Divella, in collaborazione con il Comune di Matera e l'associazione "Una stanza per un sorriso - Sostiene i pazienti oncologici", è lieta di annunciare la "Giornata della prevenzione senologica e ginecologica", un evento dedicato alla salute e...

Oggi vorrei riproporre una riflessione sul perdono e la vorrei fare partendo da un dialogo particolare: un dialogo che Pascal immagina tra Dio e l’anima.

Blaise Pascal (19 giugno 1623 – 19 agosto 1662) è stato un matematico, un fisico, un filosofo e un teologo francese. 

Bambino prodigio, fu istruito dal padre.

I primi lavori di Pascal sono relativi alle scienze naturali e alle scienze applicate, contribuendo in modo significativo alla costruzione di calcolatori meccanici e allo studio dei fluidi: ha chiarito i concetti di pressione e di vuoto ampliando il lavoro di Torricelli; scrisse inoltre importanti testi sul metodo scientifico.

A sedici anni scrisse un trattato di geometria proiettiva, nel 1654, abbandonò lo studio della matematica e della fisica per dedicarsi alle riflessioni religiose e filosofiche.

Morì due mesi dopo il suo trentanovesimo compleanno, nel 1662, dopo una lunga malattia che lo affliggeva dalla fanciullezza.

Il suo quoziente d’intelligenza è stato stimato, da alcuni studiosi moderni, in un punteggio di 185.

Il dialogo è il seguente:

  • Se tu conoscessi i tuoi peccati, ti dispereresti d’animo
  • Allora mi perderò d’animo, o Signore, se me li rivelerai
  • No, tu non ti dispererai, perché i tuoi peccati ti saranno rivelati nel momento stesso in cui ti saranno perdonati

Il cristianesimo è soprattutto la celebrazione del perdono.

Il Signore desidera che al delitto subentri non il castigo, ma la conversione e il perdono, pur non ignorando i diritti della giustizia.

Quant’è bello rendersi conto che la grazia divina riesce a superare la vergogna e l’orrore del male!

Così come la conversione è un dono divino.

Tra i “I detti di Rabi‘a” leggiamo: “Un uomo un giorno disse: ho commesso molti peccati e molte trasgressioni, ma se mi pento, Dio mi perdonerà?.

Rabi‘a disse: “No, tu ti pentirai, se egli ti perdonerà”.

Questo significa che è dal dono del pentimento che sboccia l’amore.

Invitavo molte volte ai miei a vivere l’esperienza della penitenza come non di un Dio giudice, ma bensì come un Padre che aspetta il figlio per cancellare la sua colpa e ricondurlo al suo posto.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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