La Fondazione Francesca Divella, in collaborazione con il Comune di Matera e l'associazione "Una stanza per un sorriso - Sostiene i pazienti oncologici", è lieta di annunciare la "Giornata della prevenzione senologica e ginecologica", un evento dedicato alla salute e...
Ho avuto modo in altre occasioni di ricordare che noi insegnanti di religione riceviamo da i nostri alunni, talvolta, domande così strane da richiedere davvero da parte nostra tanta… documentazione.
Ne ricordo, per esempio, specificamente una, la seguente: “Professore, come erano fatte le abitazioni al tempo di Gesù?”
Provo a rispondere.
Al tempo di Gesù le abitazioni erano semplicissime e la maggior parte della popolazione viveva in case molto piccole da una sola stanza a due piani.
Solo alcune abitazioni, quelle delle persone più ricche, avevano due piani uno sopra l’altro: le stanze più belle erano al piano superiore.
In genere le case si affacciavano su un giardino recintato, dove c’erano altre case dello stesso clan familiare.
Nel cortile, durante la stagione calda, gli artigiani potevano lavorare all’aperto, sotto un albero o un portico.
Questo significa che anche Gesù e Giuseppe hanno lavorato nel cortile davanti alla loro casa, mentre d’inverno lavoravano dentro.
È importante sapere che nei villaggi d’Israele in cui visse anche Gesù, la casa aveva una struttura molto semplice.
Era costruita con pietra e argilla ed era imbiancata con calce.
La calce infatti è un prodotto totalmentenaturale.
Forse non tutti sanno chelapittura a calceoltre ad essere completamenteesente da sostanze tossiche, assicuravaambienti più salubri e per gli Israeliani anche un maggiorbenessere psicofisico.
La casa aveva una scala esterna che portava sulla terrazza dove, d’estate, la gente dormiva sotto una tenda.
La terrazza si usava anche per asciugare i panni, mettere a seccare la frutta, ma soprattutto per pregare.
L’interno, molto semplice a una sola stanza, aveva due piani separati da alcuni gradini.
Nella parte più alta vivevano e dormivano i componenti della famiglia, mentre nella parte bassa stavano gli animali durante la notte.
La porta era bassa e le finestre, una o due poste in alto, erano molto piccole, perché dovevano mantenere la casa fresca d’estate e conservare il caldo d’inverno.
Di notte la casa era illuminata con lampade ad olio, mentre per il riscaldamento veniva acceso un fuoco in una buca del pavimento.
L’agricoltura era praticata soprattutto in Galilea e lungo la valle del fiume Giordano.
I prodotti principali erano grano, orzo, vite, ulivo, datteri, fichi e melograni che rappresentavano la maggior risorsa del paese.
La produzione dell’olio e del vino era abbondante.
La pastorizia era altamente diffusa in Palestina; c’erano infatti molti pastori che pascolavano pecore e capre.
Le capre producevano molto latte, che veniva usato anche per produrre il formaggio, mentre la carne migliore era quella di pecora.
Le pecore infatti avevano un grande valore: erano importanti anche per la produzione della lana.
Nella cultura ebraica il lavoro intellettuale non era visto come fonte di guadagno e quindi ad eccezione di alcuni casi anche i sacerdoti e i maestri della legge esercitavano lavori manuali.
Anche Gesù con la sua famiglia ha vissuto umilmente, lavorando come tutti i suoi compaesani.
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica