Via libera della Giunta regionale al Piano di dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche 2025/2026. Così come indicato dal decreto interministeriale n. 127/2023, il piano prevede in Basilicata la riduzione di 3 istituzioni scolastiche (2 in provincia di...
Quattro donne, quattro “scene di interni”, spaccati di quotidianità che si susseguono in 24 ore e che ci aprono gli occhi su quanto possa essere imprevedibile la vita.
Elivira Serra ha scritto un romanzo struggente e bellissimo, Tutto da vivere (Solferino), che ruota attorno ad Anna, Lorenza, Agnese e Luciana: donne tra loro diverse, legate da un filo invisibile, che stanno attraversando un momento particolarmente critico.
Anna è da tempo che si sta lasciando andare. Fa la commessa in un negozio di abbigliamento, è molto sola, ha iniziato a bere. È però convinta di riuscire a mantenere ancora a lungo quel segreto, quel suo lento annullarsi.
Lorenza fa la hostess, è una donna molto bella e ha da pochi mesi una relazione con un cantante famoso, Enrico C., che però sembra non darle certezze.
Agnese è una giovane mamma che, per amore, ha lasciato la sua Sardegna per vivere a Milano accanto a Carlo. L’entusiasmo iniziale, quelle farfalle nello stomaco che avevano accompagnato la loro storia, l’ingerenza della suocera e le attenzioni costanti che esige il piccolo Leo hanno trasformato quella favola dolcissima in una storia opprimente.
Luciana è un funzionario della Questura di Milano abituata a stare in prima linea, tostissima sul lavoro ma con un dramma tutto privato: ha il marito in rianimazione in attesa di un cuore per poter salvarsi.
In un giorno le loro vite si intrecciano, per caso. Anna è seduta in una panchina del parco Sempione quando Agnese le chiede di tenere il suo bambino di due anni per qualche ora: da lì, una catena di eventi, una lotta contro il tempo, la conferma di quanto tutto possa essere fragile e tutto possa in un attimo diventare relativo.
“Lo choc di Anna, dopo che Agnese le aveva lasciato il figlio, era durato per mezz’ora. Trovarsi nel viale alberato del parco con quel minuscolo sconosciuto l’aveva riempita di sorpresa e di sconcerto, era terrorizzata ed eccitata. Appena entrava in contatto con un’emozione, un’altra la sostituiva. Passato e presente si accavallavano, spintonandosi nella mente e nel cuore, trasportandola avanti e indietro nel tempo su una macchina di cui non aveva alcun controllo.”
Anna, proprio lei che non ha mai niente di interessante da raccontare, si ritrova a badare a un bambino. Contemporaneamente prende le distanze dal disagio che la sta distruggendo. Il tempo passa, Agnese non torna…
Elvira Serra ha raccontato con sensibilità una storia in cui ognuno di noi può rispecchiarsi – chi non ha mai attraversato un momento buio o non ha mai vissuto una storia d’amore che stenta a decollare o, ancora, non ha affrontato un dolore privato? – e lo ha fatto con le parole giuste, con tanta delicatezza.
Tutto da vivere emoziona, trascinandoci nelle esistenze di persone che si mettono in gioco, decidono di rischiare, di rompere gli schemi: in una parola, scelgono di vivere.
Una curiosità: per il personaggio di Luciana, a ispirare l’autrice è stato il curriculum di Maria Josè Falcicchia, già capo delle Volanti della questura di Milano.
Elvira Serra è nata a Nuoro nel 1972, è una firma del «Corriere della Sera» dove si occupa di cronaca e costume, intervista grandi personaggi e cura la rubrica «Polaroid». Scrive anche sul blog «La ventisettesima ora». Ha pubblicato tre romanzi: L’Altra (Mondadori 2014), Il vento non lo puoi fermare (Rizzoli 2016) e Le stelle di Capo Gelsomino (Solferino 2019).
Rossella Montemurro