Nel rispetto dei diritti delle persone indagate e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato attuale, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue. La Polizia di Stato di Matera ha dato esecuzione al...
Pubblichiamo il discorso del sindaco di Matera Domenico Bennardi pronunciato in occasione della Festa della Repubblica:
Autorità tutte, Forze dell’Ordine, Associazioni Combattentistiche e d’arma, volontari, cittadine e cittadini materani, a tutti voi buon giorno e buona festa della Repubblica.
Tra le autorità saluto (anch’io) il nuovo Alfiere della Repubblica, Alfonso Stigliani, un giovane materano che ha recentemente ricevuto questo importante riconoscimento dal Presidente Mattarella.
Esprimo saluti e complimenti anche a tutti i Cavalieri e Ufficiali dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana che venerdì presso il Chiostro della Prefettura, hanno ricevuto le onorificenze dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”. Complimenti Eccellenza, davvero un momento importante, belle le sue parole i riconoscimenti OMRI non sono un evento mondano ma profondamente istituzionale, bella la presenza degli studenti del Liceo Artistico e del Classico, come degli allievi del Conservatorio “Duni” di Matera. Grazie Prefetto.
Tra gli insigniti mi ha colpito in particolare un cittadino materano, il signor Antonio Salvatore Malcangi, che si occupa da tanti anni di accordatura, riparazione e costruzione di pianoforti, clavicembali e Armonium. Un artigiano. Un vero lavoratore ho pensato. Il Presidente della Repubblica gli ha conferito, di propria iniziativa, il titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
In quel momento ho pensato ad un altro materano, un altro lavoratore, un semplice dipendente del Banco di Napoli che nel 2 giugno del 1982, 42 anni fa ricevette il titolo di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana, perdonerete questo ricordo personale, ma quel materano si chiamava Vincenzo Sarra ed era mio nonno, così orgoglioso e fiero di quei titoli.
Persone semplici, persone umili, onesti lavoratori come ne abbiamo tanti a Matera, per i quali il lavoro è impegno, serietà, passione e dedizione. E qui mi sono tornate in mente le parole degli alunni del Classico che sempre in prefettura hanno citato Cicerone per sottolineare una cosa importante.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, ma questo non vuol dire, come qualcuno ha spesso interpretato che l’Italia, lo Stato, deve garantire il lavoro, certamente lo Stato e tutte gli enti periferici deve mettere nelle condizioni di creare sviluppo e lavoro ma, l’articolo 1 della nostra costituzione ci dice che, come sapevano i latini, la nostra Repubblica, il nostro sistema democratico è fondato su quella necessità di essere laboriosi, di esprimere dedizione, impegno, maestria e serietà. Cicerone amava più di tutti il lavoro dei campi, perché non potevi realizzarlo se non con questo spirito. Il riconoscimento ad Antonio come a Vincenzo, è assolutamente in linea con l’articolo 1 della nostra costituzione.
Le parole del Presidente Mattarella, sul 2 giugno mi hanno colpito per il loro senso profondamente «europeo»: Un Italia per la pace, ma «senza baratti insidiosi» «per la tutela – sempre, ovunque, per tutti». Queste sono parole che nella loro chiarezza sono di grande conforto. Nessuno può scambiare l’“assenza di conflitti aggressivi” Mattarella non la chiama pace, con la sottomissione, non si può concedere l’ordine attraverso la paura, e la prosperità economica in cambio di sudditanza.
E questo vale sia per il conflitto tra l’Ucraina e la Russia, sia per la guerra in Medioriente. Dove anche qui, Mattarella ci indica chiaramente la via, riconoscere i due Stati quello di Israele e quello di Palestina.
Serve, insomma, un atto di «responsabilità». La stessa – rileva – a cui furono chiamati gli italiani il 2 giugno 1946, quando scelsero la Repubblica.
La sovranità appartiene al popolo, recita sempre la nostra costituzione, principio fondamentale che dovrebbe appartenere a tutti i popoli, ad ogni popolo, ad ogni comunità e tutti i popoli, tutti gli Stati dovrebbero riconoscere e rispettare quella altrui.
Quindi che cos’è il 2 giugno? Cosa festeggiamo oggi? E’ una giornata che porta con sé sicuramente un immenso patrimonio valoriale e simbolico, la fine per l’Italia della guerra, la conquista della pace, della libertà, della democrazia, e l’esigenza di riscoprire un gran senso di fratellanza e solidarietà nazionale, ideali e valori importantissimi, che un tempo segnarono un nuovo inizio per la storia del nostro Paese, e che costruiscono le vere fondamenta di un Paese unitario, che tale deve continuare a essere.
La Repubblica democratica è il risultato finito di tutto questo a fronte di tanto impegno, tanto lavoro (torna quel concetto di lavoro) e di tanti sacrifici.
Ma più che chiederci cosa sia la Repubblica, per attualizzare questa giornata forse è corretto chiederci dove sia.
La Repubblica è nella nostra Costituzione, nei suoi diritti e nei suoi doveri sanciti, pretendiamo e ricordiamo sempre i nostri diritti ma a volte sui doveri passiamo avanti, la Repubblica è nel dover rispettare gli altri, nel rispettare le donne, gli anziani, le persone, persino i vicini.
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (art. 3 della cost.).
La Repubblica è nel rispettare i figli, nell’accettare i loro errori, anche i 5 in latino, senza abbandonarli per strada, la Repubblica è nel rispettare i bambini, il loro tempo più lento rispetto al nostro, i loro sogni, i loro desideri, compreso quello di studiare tutte le specie di dinosauri a scuola. Naturalmente lo dobbiamo fare anche noi amministratori, tanto ormai abbiamo istituito il consiglio comunale dei bambini e non potremo farne più a meno.
Grazie Presidente Salvatore.
La Repubblica è nel proposito di lavorare, come Antonio e Vincenzo, attivarsi con dedizione e impegno, insieme per una causa comune, un futuro più sereno e più felice per tutti, per una convivenza civile, con più attenzioni verso gli altri e con nuove consapevolezze e attenzioni verso il clima e l’ambiente.
Viva la Repubblica fondata sul Lavoro.