Riceviamo e pubblichiamo dal dott. Espedito Moliterni, medico igienista:
VIRUS WEST NILE
Premesso che le ultime notizie relative ai 6 casi di contagio nel Lazio non devono far temere una nuova ondata epidemica di questa malattia infettiva, che la situazione epidemiologica è sotto controllo e che sono da escludere allarmismi, si ritiene opportuno fornire alcune indicazioni su questa malattia, con particolare riferimento alle misure preventive da adottare.
CHE COS’E’
La Malattia di WEST NILE è provocata dal virus West Nile, un virus isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America; in Europa è stato segnalato per la prima volta nel 1958.
EPIDEMIOLOGIA
Il virus West Nile è mantenuto in natura da un ciclo primario di trasmissione zanzara-uccello-zanzara; le zanzare si infettano pungendo gli uccelli, che sono i serbatoi dell’infezione , mentre le zanzare sono i vettori della malattia. Infatti il virus, una volta ingerito dalla zanzara, è in grado di diffondere nel suo organismo, dove si moltiplica localizzandosi a livello delle ghiandole salivari per poi essere trasmesso ad un altro uccello.
Il ciclo secondario (ciclo epidemico) si manifesta quando le zanzare adulte sono capaci di trasmettere il virus ad ospiti accidentali, come il cavallo e l’essere umano, che entrano quindi nel ciclo di trasmissione e sono interessati dall’infezione. I vettori del virus West Nile sono zanzare del genere Culex di specie modestus e specie pipiens,molto diffuse in Italia.
L’essere umano, gli equidi e altri mammiferi sono considerati ospiti finali; infatti, nei loro organismi il virus non riesce a raggiungere nel torrente circolatorio concentrazioni sufficientemente elevate da infettare altre zanzare e, pertanto, il ciclo di trasmissione si ferma in questi ospiti finali.
Non è stata documentata la trasmissione da uomo a uomo.
Tuttavia, per quanto riguarda l’essere umano, altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono i trapianti di organo, le trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.
DIFFUSIONE
In genere l’uomo si contagia a seguito di puntura di zanzara infetta.
Nel 2025 sono stati segnalati in Italia 10 casi confermati di infezione da West Nile Virus nell’uomo, in particolare nelle Regioni Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio. Il primo caso umano della stagione è stato segnalato in Piemonte nel mese di giugno nella provincia di Novara; un solo decesso, nel Lazio, è stato notificato tra i casi confermati. Per quanto riguarda la circolazione virale nei volatili, la sua presenza è stata accertata in quasi tutte le Regioni italiane, compresa la Basilicata, dai competenti Servizi Veterinari.
SINTOMI
La maggior parte delle persone infettate con il virus West Nile non sviluppa segni clinici. Nelle aree endemiche la sintomatologia si evidenzia nel 20% circa dei soggetti colpiti, con una sindrome simil-influenzale caratterizzata da un periodo di incubazione di circa 2-14 giorni e dai seguenti sintomi: febbre, mal di testa, mal di gola, dolorabilità muscolare ed articolare, congiuntivite, rash cutanei solitamente sul tronco, sulle estremità e sulla testa, linfoadenopatia,anoressia,nausea.
Meno dell’1% presenta grave sintomatologia neurologica classificabile in tre sindromi principali: meningite, encefalite, poliomielite (paralisi flaccida acuta).
Il periodo di incubazione è di 2 – 14 giorni.
Per la diagnosi, la conferma può essere fatta direttamente, rilevando la presenza del virus nel sangue o negli organi bersaglio, o indirettamente, attraverso l’uso di test sierologici per la ricerca di anticorpi specifici.
VACCINAZIONE
Non esiste un vaccino
TERAPIA
Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.
RACCOMANDAZIONI
Il metodo preventivo più efficace per tutelare l’essere umano consiste nell’evitare le punture di zanzara, tramite l’uso di repellenti cutanei e soggiornando quanto più possibile in ambienti protetti da zanzariere e/o provvisti di diffusori di insetticidi ad uso domestico.
Le persone dovrebbero inoltre collaborare attivamente alle misure di controllo delle zanzare, impedendo che queste possano riprodursi. Per fare ciò è necessario mettere al riparo dalla pioggia tutto ciò che può raccogliere acqua, introdurre pesci in vasche e fontane, chiudere con coperchi o coprire con teli i bidoni e i recipienti che non possono essere spostati, svuotare i sottovasi ed altri recipienti almeno una volta alla settimana.
Inoltre, a coloro che provengono da zone infette deve essere impedita la donazione di sangue per un congruo periodo di tempo ( almeno un mese).
Pertanto, come spesso avviene per la maggior parte delle malattie infettive, in sostanza si tratta, di “banali” misure precauzionali per evitare il contagio di questo virus che, voglio ribadire, nella stragrande maggioranza dei casi, esita in un’infezione in apparente e, per il quale, al momento, non esiste alcun tipo di allarmismo.
