“Sapevate di occasioni perse. Lo sapevate bene.
Eravate esagerati in tutto. Nell’innocenza, nella stupidità, in una promessa che era una condanna, nella ripetizione ossessiva di piccoli accorgimenti tra due che sconosciuti non lo sono mai stati”.
Anno dopo anno, a fine ottobre, durante il passaggio dall’ora legale all’ora solare – un’ora in più in cui tutto è possibile – Lucio è testimone dell’accordo tra Diego e Camilla. Lui, proprietario del bar nel quale i due ragazzi si sono incontrati la prima volta – scambiandosi la promessa di ritrovarsi tutti gli anni nello stesso posto per vivere quell’ora che in realtà non esiste – li osserva e li ascolta tra una sigaretta e un bicchiere, senza mai immischiarsi, provando a immaginare le loro vite e a indovinare chi siano davvero fuori da quelle quattro mura dove hanno deciso di prendersi una pausa da ciò che li aspetta tutti i giorni.
Diego e Camilla non si vedranno mai oltre quello spazio sicuro e non parleranno mai di sé al passato e al futuro: vivranno, semplicemente, il qui e ora. Osservarli, ascoltarli con discrezione, sarà invece l’occasione per Lucio, che ha il doppio della loro età, per provare a immaginare le loro vite e a indovinare chi siano davvero fuori da quelle quattro mura dove hanno deciso di prendersi una pausa da ciò che li aspetta tutti i giorni.
“Ho provato a sovrapporle, quindi, le nostre età, per capire cosa rimanesse fuori, di cosa fosse composta l’altra metà che gli rimaneva da vivere per raggiungermi.
Rimanevano le scelte difficili e la serie inevitabile di lutti, la rinuncia definitiva a un sogno o il suo eterno inseguimento fino a odiarlo. Rimaneva la libertà come l’aveva sempre immaginata, cioè non avere orari né regole. Rimaneva imparare a fare una lavatrice, un piatto di carbonara senza cuocere troppo l’uovo e un business plan come si deve; rimaneva firmare un contratto di lavoro, di mutuo, di matrimonio, ecco sì, gli rimanevano i matrimoni degli amici e magari anche il suo, quindi gli addii al celibato, i viaggi senza prenotare, senza soldi, senza impegni, senza compagnia, che sono i più belli, senza dubbio. Rimaneva quella voglia irrefrenabile di evadere e quella immediatamente conseguente di trovare uno spazio suo che fosse ben definito, rimaneva l’angoscia per i genitori che invecchiano e lui che diventa responsabile al posto loro”.
Per Lucio, la relazione di Camilla e Diego diventa un’occasione inattesa per riflettere sulla propria realtà.
Molto poetico, profondo, ricco di spunti di riflessione, Un’ora (Rizzoli), il nuovo romanzo di Christian Bergamo, descrive un’inedita storia di quasi amore, di due vite che si incontrano di rado, come le lancette di un orologio, e che, in un mondo che corre veloce, trovano uno strano modo per non perdersi mai.
“Questa storia – ha scritto – mi ha tenuto compagnia per tanti anni, stava lì, accanto, aggrappata, insolente, salvifica. E se è venuta così è soltanto per chi, nella vita reale (anzi parallela), ha saputo starmi vicino”.
Nato a Roma nel 1985, l’Autore ha vissuto a Londra, Granada e Barcellona facendo ogni genere di mestiere, dal barista all’animatore turistico. Oggi è creativo pubblicitario a Roma, la sua città. Nel febbraio 2017 apre per gioco la pagina Facebook «Quasi Padre», per raccontare l’attesa surreale e bellissima del suo primo figlio, senza mai rivelare la propria identità. I suoi post diventano virali e dopo appena cinque mesi sono oltre seimila le persone che attendono con lui in sala parto. Oggi ha più di ventimila follower. Da quell’esperienza nasce un romanzo e nella primavera 2019 il primo capitolo viene pubblicato sul sito di crowdfunding editoriale Bookabook. La reazione dei lettori è entusiasta: il progetto ha cento giorni per raggiungere l’obiettivo ma lo supera in quarantadue ore. Poco dopo Longanesi decide di pubblicarlo.
Rossella Montemurro