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“Una vita e altre notti” di Stefania Rossotti: figure femminili che lottano per mettersi in salvo

In che modo riusciamo a capire quando finisce il buio?

Una vita e altre notti (Barta Edizioni) della giornalista Stefania Rossotti è un romanzo complesso ed emotivamente profondo centrato sull’universo femminile e sulla fragilità delle donne. È proprio sulla fragilità, sull’essere troppo spesso vittime che verte una storia in grado di attraversare più generazioni. Lea è rimasta incinta dopo una violenza, a prenderla sotto la sua ala protettiva è la migliore amica della madre, che Lea non vuole coinvolgere – fa l’avvocato in un centro antiviolenza.

“Dovrei costringere Lea a denunciare la violenza, non l’ho fatto. Non riesco nemmeno a visualizzarlo, il momento in cui l’ha aggredita. Se ci provo vomito, letteralmente. Ho soccorso milioni di storie e questa non me la sono nemmeno fatta raccontare, approfittando del suo silenzio. Sto muta anch’io. Dovrei dirle almeno di valutare l’opzione aborto: non ci penso neanche”. Franata anche l’architrave della certezza, la giusta linea da seguire: “Il problema è che non so quello che è giusto, anzi non me ne frega niente. Ho sempre avuto una strategia per uscire da ogni casino: fare l’elenco delle priorità. Non funziona: non so più che cosa viene prima e che cosa dopo. Non so neanche che cosa pensare e non so fare l’unica cosa che vorrei: accarezzare mia figlia e dirle in un orecchio che le voglio bene”.”

Una vita e altre notti intreccia figure femminili che lottano per mettersi in salvo, mentre l’io narrante è intrappolato in una tensione emotiva che le causa notti insonni, pensieri parassiti e scelte improvvise e drastiche.

“Sei una disperazione a rilascio lento. Oppure mi arriverai addosso all’improvviso, mentre sono in coda al casello o dal parrucchiere. Mi metterò a tremare e il perché sarà il tuo vento, sfondato dalla notte fin dentro al mio giorno. Mi è già successo, e lo sai. Ci ho messo anni di terapia e molti farmaci per ricacciarti nel nostro buio. Dopo, appena ho finito di costruire una stanza tutta per te, il luogo del mio dolore blindato, mi hai promesso che ci saremmo viste solo di notte: io e te. Mai più attacchi di panico, mai più il buio di giorno. Hai giurato di non arrivarmi addosso di colpo, in una mattina qualunque, mentre porto in giro una versione più presentabile di me. Mai più le vertigini e il sudore gelato, in mezzo alla gente. Mai più svenimenti in piedi: la mente che diventa acqua e il corpo che si fa pietra. Mai più quel bianco che di colpo copre ogni mio pensiero e immobilizza la coscienza e i gesti. Mai più quella morte viva. L’hai giurato, ricordatelo.”

Malinconico, a volte duro, Una vita e altre notti dopo una trama forte a livello emotivo, nell’epilogo si apre alla speranza.

L’autrice ha collaborato a numerose riviste e, dal 1992, per “Grazia”, si è occupata di attualità come inviata speciale. Tra i suoi titoli, tutti con Mondadori: Ti parlo da una vita (2012), Che fine ha fatto il tuo cuore (2013) e il romanzo Il giorno uno di noi due (2018).

Rossella Montemurro

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