“La mala stupidità dei social e gli atti di guerra ci fanno credere che siamo tutti domati, che la bruttezza s’è mangiata il mondo”, afferma Barbara Alberti aggiungendo però che, per fortuna, ci sono tantissime streghe e streghi: “Persone che non obbediscono, che lavorano per la bellezza. E non nelle catacombe, pubblicano libri, fanno film studiano le scienze vanno in tv e sono letti ascoltati visti seguiti. Un tessuto parallelo al mostruoso, che sconfessa e combatte la furia mortuaria e censoria della politica e della storia”.
Con il suo stile inconfondibile, in Tremate tremate. Le streghe son tornate (Rizzoli) la Alberti vuole essere “testimone della streghità”, offrendo una carrellata di questa “tribù sparsa di dissidenti che inducono alla speranza”.
Ritratti brevi, a volte brevissimi ma quanto mai arguti di personaggi noti – dello spettacolo, della politica, della cultura – gente che con grinta e impegno riesce ad andare controcorrente rispetto a un trend dominante: quella di Barbara Alberti è una fotografia inedita della realtà contemporanea.
Un ruolo importante lo hanno anche alcuni argomenti (i femminicidi, il MeToo solo per citarne alcuni) affrontati dall’autrice con piglio battagliero: “Se capita a voi – lui ti ricatta? Dài fatti vedere chi sei è il tuo momento la tua scena ci devi fare bella figura davanti a te stessa! Invece della paura fai parlare il tuo talento digli brutto rospo tu non vali una mia unghia io ce la farò alla faccia tua.
Perché bruciavano le streghe? Perché erano donne. Ricordiamoci che siamo streghe. Ricordiamoci che si può dire di no anche a Mefistofele. Se hai le mani libere e una via di fuga dagli uno sgrugnone ridigli in faccia, poi esci a testa alta. Da quel momento la tua fortuna è cominciata.”
Pungente, mai banale, in Tremate tremate la Alberti si conferma una fuoriclasse.
Rossella Montemurro