mercoledì, 27 Novembre 2024

Il dott. Nunzio Longo, a margine dei suoi studi sulla storia della farmacia, si è imbattuto in alcuni documenti del Cinquecento ritrovati nell’Archivio di Stato di Matera. Ha intravisto la possibilità di ricostruire la storia della farmacia materana fin dai suoi primordi. I risultati della preziosa ricerca sono stati presentati, il 12 maggio scorso, nella storica Villa Caprile di Pesaro in seno al Congresso Nazionale di Storia della Farmacia.

Un documento di notevole valore è la Platea di Santa Lucia del 1598 che trova degli agganci particolari con la “Cronica de la città di Matera 1595-1596” del dott. Eustachio Verricelli. Questa storia mette in luce lo stato della cura farmaceutica così come veniva interpretata in pieno Cinquecento. Un altro medico lucano, Vincenzo Bruno, coevo di Verricelli rende più sicura la notizia inerente alle fonti della cura di quei tempi. Ambedue partono dalle stesse fonti storiche come Galeno, Mattioli e Dioscoride. Come noi, oggi, assumendo antibiotici curiamo contrapponendo il principio attivo alla causa della malattia infettiva, così viene riesumata la cura fondata sugli opposti.

Il manoscritto della Platea di Santa Lucia è illuminante perché ci parla del sito ove è ubicata la prima farmacia, denominata “Speciaria”: Salita Duomo al numero civico 1.

Un’altra curiosità storica è il rapporto tra le monache benedettine di Santa Lucia che allocavano la prima farmacia con un canone di ducati cinque a don Angelo Giordano. Non abbiamo notizie certe sulla posizione sociale dello speziale materano nel Cinquecento. Però era in fieri, da parte di alcune classi sociali del tempo, tra cui gli speziali, di essere riconosciuti come nobili per ottenere i privilegi inerenti a tale casta.  

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