Teo “(…) era il talento, quella che mischiava una naturale propensione all’attitudine del pensiero, un’istintiva comprensione delle proprie possibilità a una determinazione inossidabile, quella che, se gli si fosse dato ancora un po’ di tempo, sarebbe passata sopra a tutti come uno schiacciasassi sulla massicciata. E io tutto ciò lo temevo”.
Bravissima (66thand2nd editore) di Paola Moretti è una storia di determinazione e tenacia ma è anche, e soprattutto, una storia in cui l’amore e l’intuito materno riescono a imporsi, sfidando una realtà che sembra andare contro l’evidenza.
Protagonista e io narrante è Antonella che, con il marito e la figlia Teodora, si è trasferita da Milano in una tranquilla cittadina del Centro-Sud per permettere a Carlo di tentare una scalata professionale. Antonella, che non ha neanche quarant’anni, per aiutare la piccola Teo a inserirsi nel nuovo contesto la iscrive in una palestra di ginnastica ritmica. La bambina, a otto anni, dimostra un talento non indifferente, subito notato dalla direttrice del centro. Così, quello che doveva essere uno svago diventa un impegno sempre più pressante: le ore di allenamento si moltiplicano, insieme ai sacrifici e alle soddisfazioni.
Antonella, quasi completamente annullata, a disposizione di Teo, non ha però l’atteggiamento delle altre madri, compiacenti e orgogliose: lei guarda ai traguardi raggiunti da Teo con la giusta distanza e si accorge che, nonostante tutto, la bambina non sembra felice.
Teo sembra essere cresciuta troppo in fretta e aver assunto un carattere scostante, come se fosse in una perenne fase adolescenziale. Con sé stessa è drastica, il contegno militaresco che la contraddistingue in palestra è lo stesso che usa con la mamma: è intransigente, tirannica, fanatica. Vive solo per la ginnastica, per allenarsi e primeggiare – pazienza che sia venuta meno quella leggerezza, quell’entusiasmo che dovrebbero accompagnare qualsiasi disciplina sportiva praticata nell’infanzia. Anche la scuola, per Teo, occupa un posto secondario rispetto allo sport, così come le amiche e gli svaghi e i giochi dei bambini.
Ha un’allenatrice che sembra un sergente dei marine e attorno a lei gente che pensa solo alle medaglie da portare a casa e Antonella, da mamma, guarda tutto ciò con seria preoccupazione. Forse è troppo chioccia, troppo protettiva, fatto sta che non riesce a condividere il trasporto delle altre madri.
“Teo e le altre ancheggiavano e ammiccavano in quella maniera disturbante dei bambini che imitano gli adulti in modo fin troppo convincente. Si contorcevano in pose innaturali, si sforzavano in esercizi faticosi fingendo che fosse tutto una delizia. Erano concentrate e tese come reclute in missione, ma facevano tutto come se se la stessero spassando. Era questo il vero sadismo di quello sport, la sua vera perversione.”
Teo viene scelta da una società importante, già si pensa a un futuro in Nazionale. Antonella è piena di dubbi e titubanze, stretta tra il desiderio della figlia e il buon senso da madre. A invertire la rotta interverrà il caso.
Bravissima è un romanzo molto bello che, con uno stile diretto e introspettivo racconta un legame madre-figlia particolarmente complesso. Alle sottili e a volte ingarbugliate dinamiche psicologiche fa da sfondo la ginnastica ritmica, una disciplina senza dubbio affascinante se vista dall’esterno ma densa di sfaccettature per quante competono a livello agonistico.
Paola Moretti (Milano 1990) è laureata in Filologia Italiana e Studi Portoghesi e Brasiliani alla Freie Universität di Berlino. Ha conseguito un Master in Scrittura Creativa alla Birkbeck University di Londra nel 2016. È traduttrice, scrittrice di narrativa e non-fiction, vive attualmente a Roma.
Rossella Montemurro