“Chiesi a me stessa l’ennesima prova: mi imposi di essere in grado di non far percepire a nessuno di loro l’idea di quella disperazione naturale che mi aveva assalita e pensai che avrei dovuto, al contrario, mostrarmi come i miei figli mi avevano insegnato: sorridente e con la voglia di vivere.
Avrei tanto voluto condividere questo dolore con qualcuno che potesse in qualche modo comprendere quanto fosse infernale ma, un po’ per la mia indole riservata e un po’ per situazioni contingenti, ho tenuto quasi sempre ogni cosa per me.”
Andare avanti sempre con il sorriso, malgrado la consapevolezza che il proprio figlio ha una diagnosi infausta. La stessa, glioblastoma multiforme, che ha già portato via il fratello gemello.
C’è tutta la forza di una mamma, lo spirito combattivo, il coraggio smisurato in Luca e Davide. Quel filo che lega la terra al cielo (Altrimedia Edizioni) di Elvira Bianco, madre dei ragazzi, che questo pomeriggio ha presentato il libro a Matera nella Biblioteca di quartiere Lanera, nell’Istituto “Nicola Festa”. L’evento è stato promosso dall’Associazione di quartiere Lanera.
Elvira ha spiegato che il manoscritto all’inizio non era stato scritto per essere pubblicato, era nato con lo scopo di cercare di elaborare un dolore immenso. Oggi, che è diventato un libro, vuole essere d’aiuto a quanti stanno affrontando un’esperienza simile. Luca e Davide può essere definito un flusso di coscienza nel quale vengono fuori episodi particolari. C’è tantissima umanità e purtroppo anche situazioni nelle quali, inspiegabilmente, questa umanità viene meno: come quando qualcuno, di fronte a un dramma conclamato, pretende di irrigidirsi giustificando il proprio atteggiamento con la burocrazia. Tra dimostrazioni di affetto da parte di persone appena conosciute (come quella di Maurizio Gotta, dirigente della segreteria giovanile dell’Inter) e dimostrazioni di totale aridità di cuore da parte di gente che, invece, conosceva bene la sua storia, Elvira non ha mai smesso di essere positiva per infondere sempre serenità ai suoi figli.
L’auspicio è che la lettura di questo volume possa essere d’aiuto a quanti lottano, proprio come hanno fatto Luca e Davide, da guerriero buono.
Ai ragazzi, due sportivi appassionati di basket e calcio, è stato recentemente intitolato il Playground di rione Lanera.
I proventi della vendita del libro destinati all’Autrice sono devoluti all’AIRC (Associazione italiana per la ricerca sul cancro).