A conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Potenza in costante coordinamento con la Direzione Nazionale Antimafia (che ha garantito la costante applicazione del Magistrato di collegamento alle indagini in corso) e condotte dai Carabinieri e dai Finanzieri delle rispettive Compagnie di Policoro, è stata data esecuzione ad una ordinanza di misura cautelare personale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Potenza, nei confronti di 24 indagati ritenuti responsabili di aver fatto parte, a vario titolo, di un’associazione dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, operante in diversi comuni della provincia di Matera (Policoro, Scanzano Jonico, Colobraro, Valsinni, Bernalda e Tursi) nonché di reati di estorsione, incendio, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio ed impiego di denaro di provenienza illecita.
Tra gli arrestati, 12 sono stati associati presso diverse Case Circondariali ed altri 6 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari; inoltre è stata applicata nei confronti di 6 persone la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Le indagini coordinate dalla AG e sviluppate in modo approfondito, completo e professionale dalla indicata polizia giudiziaria, hanno disvelato, in particolare il più raffinato ed insidioso meccanismo di riciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza illecita (e segnatamente dal narcotraffico anche di livello internazionale) per milioni e milioni di euro, in attività produttive che, nel settore agricolo, si era mai potuto constatare in Basilicata.
Il territorio interessato è quello della fascia jonica lucana ed il primo passaggio investigativo è rappresentato dalla individuazione della vasta attività di traffico di stupefacenti e dei componenti del sodalizio che gestiva il traffico di droga. In particolare, l’organizzazione gestiva diverse piazze:
novasirese, bernaldese, policorese, e scanzanese.
Diversi i canali di approvvigionamento del sodalizio (Puglia, Calabria, Campania ed Albania), ma anche da produzione in proprio attraverso la coltivazione di vasti appezzamenti su cui veniva impiantata cannabis.
I principali reati contestati, ai suddetti indagati sono:
– associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti (artt. 74 e 73 del D.P.R. 309/1990);
– estorsione (artt. 629 ed 81 cpv c.p.);
– trasferimento fraudolento di valori (art. 12 quinquies D.L. 306/92, convertito in L. 356/92, ora art. 512-bis c.p.)
– impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio (artt. 648-ter e 648-ter 1 c.p.)
– incendio (art. 423 c.p.);
– induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’A.G. (art. 377-bis c.p.).
L’Ufficio di Procura ha anche contestato il reato di associazione mafiosa, che tuttavia non è stato ritenuto assistito da gravi indizi dal Gip di Potenza.
L’attività investigativa svolta si è sviluppata mediante intercettazioni, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, sfociati anche in arresti in flagranza di reato. I tipi di droga maggiormente commercializzati dal sodalizio sono risultati essere cocaina, marijuana ed hashish.
Nel corso dell’attività di indagine sono stati complessivamente sottoposti a sequestro, in diversi momenti, circa 7 kg di marijuana, 230 gr. di cocaina e 640 gr. di hashish, nonché di un’area di 10.000 mq adibita alla coltivazione di marijuana con circa 1000 piante di cannabis a dimora e 300 essiccate.
E’ stato, poi, possibile fare piena luce, inoltre, su due incendi ed un episodio estorsivo nei confronti di un’azienda agricola. È stato operato il sequestro dei compendi aziendali di due imprese agricole, un opificio, terreni, fabbricati e disponibilità finanziarie.