Nelle scorse ore, una pattuglia della Compagnia della Guardia di Finanza di Potenza, in servizio di controllo economico del territorio e perlustrazione per il contrasto ai traffici illeciti, ha rinvenuto un importante quantitativo di cavi di rame asportati dal sottosuolo nell’area dell’oasi di Pignola, notoriamente frequentata da famiglie e podisti. I militari, insospettiti dall’apertura di un varco nella cancellata di protezione del parco, hanno eseguito immediati accertamenti ed hanno rinvenuto, poco distante, numerosi cavi di rame riposti sulla pista che costeggia l’area. Ulteriori accertamenti hanno consentito di appurare che i cavi erano stati recisi da pozzetti interrati, alcuni dei quali erano già stati privati della guaina protettiva. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, i cavi di rame sono stati restituiti alle amministrazioni locali, per ripristinare la funzionalità degli impianti di illuminazione delle aree. Complessivamente erano stati divelti oltre 500 metri di fili di rame per un peso complessivo di circa 1.000 kg.
Sul mercato nero il rame avrebbe fruttato all’incirca 4.000 euro. L’intervento delle Fiamme Gialle ha evitato che il furto del materiale accumulato, e pronto per essere asportato, fosse portato a compimento. Le indagini finalizzate ad individuare gli autori del reato sono tuttora in corso. Nel corso degli ultimi anni, si è registrata una recrudescenza del fenomeno del furto di rame, sostenuto da un incremento dei valori di quotazione di questo metallo. Rilevanti le ripercussioni che i cittadini subiscono in termini di disagi e disservizi dovuti all’interruzione dell’erogazione di energia elettrica, dei servizi ferroviari e al blackout delle telecomunicazioni. Elevati anche i costi sostenuti dalla collettività per ripristinare gli impianti.
Costante è l’attenzione delle Fiamme Gialle sul mercato nero del rame, poiché costituisce per le consorterie criminali fonte di lauti guadagni. Il fenomeno è oggetto di continuo monitoraggio anche ad opera dell’Osservatorio Nazionale sui furti di rame istituito presso il Ministero dell’Interno, a cui partecipa attivamente anche la Guardia di Finanza, contribuendo mediante l’individuazione del rame di illecita provenienza e soprattutto attraverso l’esecuzione degli approfondimenti patrimoniali e finanziari volti a privare le organizzazioni specializzate dei proventi accumulati in conseguenza di questi traffici delittuosi.