C’è anche la Basilicata tra le regioni in cui sono scattate 7 denunce della Polizia Postale sull’uso degli stickers dai contenuti illeciti (pedopornografici, xenofobi, discriminatori) su WhatsApp.
Ricorrenti in ogni tipo di chat – da WhatsApp a Messenger passando per Telegram e Instagram – sono potenzialmente un problema quotidiano, possibili diffusori di contenuti antisemiti o pedopornografici.
“Postate con la testa”, questo l’annuncio della polizia postale. “Negli ultimi mesi anche WhatsApp, sulla scia dei propri competitor, ha offerto agli utenti la possibilità di utilizzare, accanto a emoj e gif.
I pacchetti di stickers, messi a disposizione dall’applicazione stessa, offrono anche la possibilità di crearne di personalizzati, ricavandoli da fotografie reali, tramite diverse App gratuite, disponibili per iOS e Android, che ne consentono la modifica”.
Si rivolgono, poi, agli adolescenti: “i quali, tuttavia, spesso ne fanno un uso improprio, diffondendo adesivi digitali dai contenuti illeciti (pedopornografici, xenofobi, discriminatori).
“Comportamenti, questi, che configurano reati gravi”.
Si consiglia, ai genitori di: “sensibilizzare i ragazzi ad un uso consapevole della rete e, in particolare, dei sistemi di instant messaging (WhatsApp, Telegram, etc)”.
Infine: “vigilare sul materiale (video, foto, stickers) che i ragazzi condividono” e “rivolgersi alle forze dell’ordine per segnalare situazioni riconducibili a tale fenomeno”.
La raccomandazione ai giovani della Polizia Postale: “Non create né partecipate a ‘gruppi’ il cui fine è la diffusione di immagini a sfondo sessuale, razzista ed offensive nei confronti di persone diversamente abili”.
“Non diffondete o scaricate stickers di tale contenuto” e “Se siete a conoscenza che avvengano tali ‘fenomeni’ tra i vostri amici, parlatene con un adulto di riferimento (genitore, docente, allenatore)”.