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“Sant’Eustachio naif nell’arte di Tony Montemurro”: il volume di Franco Moliterni, responsabile del settore Cultura dell’Associazione Maria SS. della Bruna

“La speranza è la virtù di chi ha il cuore giovane”, come ha affermato Papa Francesco, ed è anche una virtù di chi, non più bambino, sa guardare con entusiasmo al futuro; e di speranza, in una fanciullezza senza tempo, nell’artista materano Tony Montemurro e nelle sue coloratissime opere, ce n’è davvero tanta.
A sottolineare questa caratteristica è Franco Moliterni, responsabile del settore Cultura dell’Associazione Maria SS. della Bruna, autore del volume “Sant’Eustachio naif nell’arte di Tony Montemurro” e curatore dell’omonima mostra che, fino al 30 settembre, è stata allestita nella chiesa della Madonna del Carmine (palazzo Lanfranchi), in piazzetta Pascoli, in occasione dei festeggiamenti per il Patrono.

“Tempo fa – spiega Moliterni – il presidente dell’Associazione, Bruno Caiella, incontrò per caso Tony, artista materano noto in campo internazionale, il quale ha realizzato, tra l’altro centinaia di opere sulla Bruna e sui santi venerati a Matera. Così, il presidente gli ha proposto l’idea di una mostra, anche a sostegno dell’impegno del sodalizio nella valorizzazione delle feste patronali. Si decise di concentrare l’attenzione su Sant’Eustachio, un personaggio che col passare del tempo rischia di scivolare nel dimenticatoio. Perciò, ho selezionato le opere aventi attinenza con la figura del santo per creare un percorso espositivo che, partendo dalla sua vita romanzata, approfondisse poi come è nata e come si esprimeva la devozione negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso e cosa accadeva nel vicinato dei Sassi e nel piano quando la festa in suo onore era sentita in maniera molto viva.
Il culto di Sant’Eustachio – prosegue – è andato poi in effetti scemando nel momento in cui, col trasferimento degli abitanti dei Sassi nei nuovi rioni, è anche cambiato il modo di relazionarsi e di vivere.
E Tony, tra l’altro, aveva realizzato proprio le immagini degli ultimi momenti della vita nei Sassi prima dello sfollamento ed era importante, per me, dare una testimonianza della vita improntata al sacro nel vicinato in quel periodo. Un mondo che oggi appare idilliaco, irreale, ma che, pienamente e gioiosamente vissuto da lui, è rimasto imprigionato nella sua anima; un mondo che egli ci ripropone con fedeltà mediante capolavori creati in uno stile, quello naif, semplice e profondamente umano così come semplice e profondamente umano era l’anima degli abitanti dei vicinati e così come l’artista l’ha vissuto nei Sassi durante l’adolescenza e la preadolescenza”.
Secondo Moliterni, il significato profondo delle immagini esposte nella mostra sarebbe stato mortificato senza un’opera scritta che le approfondisse, da qui l’idea di un volume che descrivesse dettagliatamente le opere.
“Il nostro artista – conclude – fissa quegli eventi che rompevano la quotidianità con estrema sensibilità, precisione e soprattutto gioia, trasmettendo quelli stessi sentimenti in chi ammira le sue opere. Giorni festivi e giorni ordinari comunque sempre caratterizzati dall’impronta indelebile del sacro, come del resto impressa sulle pareti delle innumerevoli chiese rupestri che, grandi e piccole, sono mescolate alle case dei Sassi o disseminate nell’agro della città”.
Una curiosità: in mostra ci sono anche alcuni cucù, non dipinti perché per l’artista la loro unica funzione è il caratteristico suono.
La mostra è stata attuata grazie al concreto sostegno della banca BPER, alla disponibilità della direttrice dei Musei Nazionali di Matera, arch. Annamaria Mauro, e alla collaborazione di Luca Colacicco.
“Sant’Eustachio naif” può essere visitata dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 19.
L’ingresso è libero. L’opuscolo, invece, è disponibile presso la sede dell’associazione Maria SS.ma della Bruna in via San Francesco.

Rossella Montemurro

In copertina foto dalla pagina Facebook ufficiale della Festa della Bruna

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