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“Quell’odore di resina”, l’esordio nella narrativa di Michela Zanarella è il flusso di coscienza di una ragazza messa costantemente alla prova dalla vita

“Non tolleravo alcuna forma di violenza, neanche verso gli insetti. Veder uccidere un vitello, una mucca o un toro era una sofferenza a cui dovevo assistere quotidianamente. Il lavoro era una tortura per i miei sentimenti che dovevano essere accantonati, se volevo sopravvivere alla mancanza di opportunità lavorative. Ero costretta a rimanere in quel posto, non avevo altre alternative. Quel venerdì di novembre la mia sensibilità venne annientata da un’esigenza lavorativa contingente. A tenere la pistola d’aria compressa puntata sulla fronte di una manza di razza alpina, dal pelo grigio, fui proprio io.”

L’io narrante di Quell’odore di resina (Castelvecchi), il debutto nella narrativa della poetessa Michela Zanarella, è Fabiola, una ragazza che a soli 19 anni pur di avere una propria indipendenza è andata a lavorare in un mattatoio. Si occupa di controllare la documentazione degli animali, è circondata da persone non proprio cristalline e odia dover rimanere in quel luogo di morte. Angelo sembra offrirle un’àncora di salvezza: una convivenza a Torvajanica, lontano dal Veneto dove lei vive, lontano dagli affetti e da quel guscio protettivo del quale lei, ragazza molto sensibile, sembra sempre aver bisogno.

Un nuovo inizio che inevitabilmente le fa riaffiorare ricordi – alcuni molto forti –, vicende del passato in un’alternanza tra la vita “di prima” e quella presente. Non mancano le poesie che conferiscono ulteriore spessore a una narrazione a tratti emotivamente forte, quasi il flusso di coscienza di una ragazza messa costantemente alla prova – su tutti un tragico incidente che cambia per sempre il suo modo di essere e la porta a compiere delle scelte.

“Ho atteso a lungo prima di decidere se pubblicare questo romanzo, sono trascorsi più di dieci anni. – scrive la Zanarella – Non so se fosse paura di allontanarmi dalla poesia o il mancato coraggio di rischiare verso altro. Non sempre si è pronti a fare un passo diverso. C’è un tempo per ogni cosa. Forse dovevo trovare una guida che mi aiutasse a completare adeguatamente il lavoro.”

Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD). Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato diciotto libri. Giornalista, si occupa di relazioni internazionali. Collabora con diverse testate e redazioni. Le sue poesie sono state tradotte in oltre dieci lingue. È tra gli otto co-autori del romanzo di Federico Moccia “La ragazza di Roma Nord” edito da SEM.

Rossella Montemurro

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