Un’opera capillare per sensibilizzare sulla tematica dei suicidi giovanili, purtroppo sempre più spesso all’ordine del giorno, una raccolta fondi per poter acquistare un casale dove ospitare ragazzi che si sentono persi e pensano di non voler più vivere e, oggi, anche un libro, Quando il cielo si è spento. Suicidio e sopravvivenza (FdBooks, prefazione di Rocco Luigi Gliro): è inarrestabile l’impegno del sig. Vito Colucci che nel febbraio 2023 perse il figlio Gabriele di soli 22 anni.
“È un progetto a cui tengo molto, che nasce dal desiderio di condividere un percorso personale e di contribuire alla sensibilizzazione su un tema spesso poco affrontato”, spiega il sig. Colucci.
Quando il cielo si è spento è la testimonianza di un padre che cerca un senso nel vuoto, un racconto intimo che attraversa la colpa, la fede, l’assenza, fino a trasformarsi in impegno civile per la prevenzione del suicidio.
Il libro si compone di più voci e prospettive: il racconto del padre, le lettere di amici e familiari, le riflessioni di esperti e una sezione dedicata alla prevenzione del suicidio e alla nascita del progetto Villa Gabbo, un luogo pensato per trasformare il dolore in speranza e accoglienza.
Non è solo una testimonianza, ma un invito alla consapevolezza . Il lettore trova in queste pagine una ferita che diventa forza, un amore che sopravvive alla perdita e un messaggio universale: parlare del dolore può salvare una vita.
«Un figlio senza genitori è orfano , ma ho scoperto che non esiste un termine per definire il contrario. L’unica parola appropriata è: sopravvissuto», scrive il sig. Colucci.
Rossella Montemurro
