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“Pulsar”: è un lungo flusso di coscienza il nuovo libro di Aldo Nove

“Come un’oppressione invadente di pesce sudato la storia c’era e comunque era stata scritta e boccheggiava davanti al portone spaccata in due galleggiava, la storia, questa stessa storia come una testa di pesce marcia dove fermentavano a scacchiera le generazioni nell’acqua pestilenziale di una non omogenea integrazione tra gli abitanti del piccolo centro lombardo io cominciavo a indossare mesi.”

Un lungo flusso di coscienza nel quale mondo interno e mondo esterno trovano una sintesi ideale: può essere definito così Pulsar (Il Saggiatore), il nuovo libro di Aldo Nove. Un libro che inizia come un’autobiografia dal 1967, anno di nascita di Antonello Centanin (vero nome dell’autore), e procede fino al 188421. La narrazione è un continuum di immagini, sensazioni, descrizioni fissate nelle prime cinquanta pagine soltanto da punti di sospensione; poi c’è qualche sporadica virgola ma i concetti arrivano lo stesso con forza dirompente travolgendo il lettore.

“La notte cresceva pulsava invadeva la finestra azzurra la televisione blu dalla cucina dalla camera da letto mia madre presente come una coperta di lana profumata di latte e pelle.”

C’è tanta poesia in una serie di frammenti/versi che nelle stesse pagine hanno una collocazione particolare: a volte può esserci una sola frase a riempirla.

“Tutta questa confusione era il mondo che continuava a andare spaesato come si intuiva ai margini confusissimi del mio cortile mi faceva paura sempre nella vita ciascuno si difende da quello che immagina c’è fuori dal cortile che in quel momento ha in testa e gli sembra lo protegge da persone che hanno invaso il cortile uno strano momento che sogna”.

Nelle prime pagine ci sono Viggiù, cittadina nella quale l’autore è cresciuto e l’amore fortissimo per la madre e i nonni. Anno dopo anno si arriva alla vicenda di Alfredino Rampi, all’11 settembre… la cronaca, quando l’infanzia lascia spazio all’età adulta, si impone nella trama: si passa dall'”io” al “noi”, dalla storia individuale alla narrazione per decadi, con le loro catastrofi. Si passa alla speranza di continuare a sentire l’eco della stella che pulsa, alla speranza che l’infanzia non finisca e che, anzi, possa cambiare la collettività, la storia e l’avvenire. L’infanzia che è il gesto d’amore supremo. La stella che non muore.

Aldo Nove (Viggiù, 1967) è uno scrittore e poeta italiano. Tra i suoi libri in prosa ricordiamo La vita oscena (2010) e Amore mio infinito (2022). Tra quelli di poesia A schemi di costellazioni (2010), Poemetti della sera (2020) e Sonetti del giorno di quarzo (2022). Il Saggiatore ha pubblicato Woobinda (2024) e ha in corso di pubblicazione la sua intera opera.

Rossella Montemurro

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