Venerdì 19 luglio, alle 18.30, nel Centro di Documentazione Rocco Scotellaro a Tricarico, sarà presentato il libro “La festa delle feste. Carnevali antropologici in Lucania”, di Mimmo Cecere, Edizioni Giannatelli. La presentazione è organizzata dal FAI Delegazione di Tricarico e della Lucania interna in collaborazione con la Pro Loco di Tricarico e con il patrocinio del Comune di Tricarico, nel cui cartellone estivo 2024 rientra l’iniziativa. All’incontro, moderato dal giornalista Vito Sacco, delegato FAI stampa, dopo i saluti di Paolo Paradiso, sindaco di Tricarico; di Sabrina Lauria, capo Delegazione FAI di Tricarico e della Lucania interna e di Rocco Stasi, vicepresidente della Pro Loco di Tricarico e presidente della Rete dei carnevali lucani, interverranno Antonietta Vizzuso, studiosa di tradizioni popolari e delegata FAI scuola e l’autore del libro, Mimmo Cecere, professore, illustratore e giornalista. Gli intermezzi musicali saranno di Antonio Guastamacchia e di altri musicisti e parteciperanno rappresentanti dei Carnevali lucani.
Cinquant’anni fa, il Carnevale era una grande festa attesa tutto l’anno. Per le popolazioni rurali del passato, il fluire circolare del tempo era scandito dal ritmico alternarsi dei mesi e delle stagioni. Un moto che era intercalato dai lavori stagionali: potatura delle piante, raccolta delle erbe spontanee, scerbatura, transumanza, mietitura, trebbiatura, preparazione e stoccaggio dei prodotti alimentari, vendemmia, aratura, semina, raccolta delle olive e uccisione del maiale. Per le popolazioni agro-pastorali del passato, Carnevale era la festa più importante dell’anno. Più di Natale e Pasqua. Il motivo di tale rilevanza risiedeva nel senso di libertà che l’evento sprigionava. A Carnevale s’invertivano i ruoli, dilagavano le trasgressioni e le burle e, finalmente, un po’ tutti potevano riempirsi la pancia.
Il caos temporaneo, i mascheramenti improvvisati, i canti di questua, le trasgressioni individuali e collettive oggi sono state in parte rimosse per dare spazio a manifestazioni più ordinate, gestite da organizzazioni locali più rassicuranti e controllate (in genere le Pro-Loco). Il “mondo alla rovescia” che proponeva il vecchio Carnevale è da tempo scomparso. Attualmente, nonostante alti e bassi, laddove il Carnevale si rinnova anche lo spirito dionisiaco continua a manifestarsi nell’atmosfera rumorosa, esaltante e coinvolgente delle sfilate carnevalesche e dei banchetti che seguono a base di cibo e alcool. Sono rituali che, in genere, sopravvivono solo nei piccoli centri abitati, dove la modernità non è riuscita del tutto a cancellare le antiche tradizioni.
Mimmo Cecere è nato in Lucania ma da molti anni vive a Segrate (MI). Ex docente di Discipline pittoriche, svolge attività di illustratore, di giornalista free-lance e di ricercatore: da più di 30 anni studia il mondo agro-pastorale e la cultura materiale delle aree interne della Lucania. Su questi temi ha realizzato diverse mostre e ha pubblicato i seguenti libri: nel 1998, “Massari e masserie. Forme del lavoro e cultura materiale in Lucania”, segnalato alla XXVIII edizione del Premio letterario “Basilicata”; nel 2009, la guida d’arte su “Il Polittico di Stigliano”; nel 2011, il catalogo “MelaMostro. Il frutto proibito in natura e in arte”; nel 2016, “Prima della notte. Un anno con i pastori erranti della Lucania”, segnalato nel 2017 alla XLVI edizione del Premio letterario “Basilicata” e alla XX edizione del Premio letterario Carlo Levi; infine, nel 2021, “La Spiga e il Caprone”.