“Quella di Isa Grassano è una scrittura profumata. In questo libro ci sono emozioni che lasciano il segno”. È con queste parole che Timoteo Papapietro, direttore delle Edizioni Magister, ha esordito in serata a Matera nell’Open Space APT durante la presentazione – organizzata in collaborazione con Mondadori Bookstore – di Come un fiore sul quaderno (Giraldi Editore) di una “scrittrice di successo nazionale che siamo orgogliosi sia lucana”.
“La Basilicata è stata un po’ la mia fortuna quando ho iniziato come giornalista e questa regione non la conosceva nessuno. L’accoglienza e condivisione lucane non si trovano da nessuna parte del mondo”, ha sottolineato Isa che in questo suo secondo romanzo prende in prestito proprio la Basilicata e alcuni “luoghi dell’anima” (dai calanchi di Craco, ai Sassi di Matera, dalle Dolomiti Lucane alla Rabatana di Tursi) per ambientare parte della storia di Speranza, la protagonista.
Paesaggi, ma anche gastronomia con i piatti “della nostalgia e della memoria” perchè Speranza gestisce un ristorante sul mare romagnolo, “La Streghetta”, a ricordare i riti antichi delle masciare, le fattucchiere che praticavano l’affasc’na, il rituale magico-religioso di espressioni oratorie e gesti per curare i malanni e scongiurare il malocchio.
In Come un fiore sul quaderno la storia della piccola Speranza si intreccia con quella di Rosa, la sorella maggiore che vive in Svizzera e che condiziona e vivifica il racconto: Isa Grassano parte da un episodio della sua infanzia, gioca attorno al filo della memoria, torna a oggetti e ricordi un po’ veri e un po’ inventati e riporta a una terra che non c’è più. Tra le oltre duecento pagine scorrono le immagini di una Basilicata magica, arcaica, solitaria, generosa, adornata dall’abito elegante della nostalgia, e si compone una geografia intima di una infanzia in cui anche i luoghi – le strade deserte, le case, il campo sportivo, la scuola –, le sensazioni e i sapori, diventano familiari a chi legge sin da subito.
La bambina Speranza e la Speranza adulta vengono presentate contemporaneamente nello spazio del libro, ma si muovono asincronicamente nel tempo, invitando il lettore ad un andirivieni piacevole e pieno di suspense.
Attraverso dei flashback e una corrispondenza di lettere scritte a mano, il passato si dipana come una sorta di seduta di psicoanalisi, grazie a Filippo, 10 anni, capace di accendere scintille nei ricordi.
Un romanzo sui legami familiari degli anni Ottanta eppure molto contemporaneo, scritto con la più sconcertante miscela di candore e consapevolezza, in cui emergono insicurezze, il “non sentirsi mai abbastanza”, i vuoti mai riempiti, le ristrettezze economiche, ma anche momenti pieni di sole e di amore per la vita. Una sfida del passaggio alla vita adulta che è di tutti quelli che prima o poi spiccano il volo lontani dal nido familiare.
Una curiosità: la copertina, opera dell’artista Alessandra Montanari, è realizzata con i ritagli dei quaderni di quinta elementare dell’autrice.
Isa Grassano, originaria di San Mauro Forte, vive da molti anni a Bologna. Giornalista professionista freelance, collabora con le più importanti testate nazionali tra cui “I Viaggi di Repubblica” e il settimanale “Intimità”. Scrive di attualità, interviste a personaggi, storie vere, turismo, libri. Cura il blog amichesiparte.com, “per sole donne, non donne sole”. È cofondatrice del Constructive Network (giornalisti e comunicatori che divulgano il giornalismo costruttivo in Italia). Tiene corsi di formazione per l’Ordine dei Giornalisti, è tutor al Master in Giornalismo di Alma Mater Studiorum Università di Bologna e ha vinto numerosi premi giornalistici e riconoscimenti. In passato ha scritto diverse guide “emozionali” (tra cui “101 cose da fare gratis in Italia per Newton Compton) e lettere per antologie letterarie (Lettere alla Madre e al Padre per Morellini Editore).
Per Giraldi Editore ha già pubblicato con successo, anche mediatico, Un giorno sì un altro no.
Vivrebbe un’estate perenne, ama viaggiare, leggere, scrivere a mano e sogna una casa vista mare. La sua carta vincente è il sorriso e il suo mantra una frase di Pablo Neruda: «È vietato non cercare la tua felicità».
Rossella Montemurro