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Presentato a Bologna “Io devo andare, io devo restare” del giornalista e scrittore lucano Nunzio Festa

Dopo Santarcangelo di Romagna e Castelnuovo Magra, successo anche a Bologna qualche giorno fa per la presentazione di  “Io devo andare, io devo restare” (BookTribu), il nuovo romanzo del giornalista e scrittore lucano Nunzio Festa.

Dalla prefazione di Eliselle, che ha moderato la presentazione: “Un istinto naturale per il suono, l’allitterazione, l’accostamento vertiginoso delle parole. Un desiderio palese per la prova, la sperimentazione, il continuo tentativo di trovare una dimensione nuova, che non resta mai tale. Non c’è modo di imbrigliare la prosa di Nunzio Festa, che sa essere poetica anche quando parla di omicidi e ammazzamenti, di viaggi e spostamenti, di sesso e sentimenti.

Ho voluto fare la rima anche io per non sentirmi da meno, perché quello che avete tra le mani è davvero un romanzo insolito, qualcosa che forse non avete mai letto prima, ma non mi viene bene come a Nunzio, che è anche poeta, oltre che scrittore e giornalista. E in questo libro mischia il giallo alla cronaca nera, il saggio critico, la letteratura del paesaggio e quella di viaggio in un mix di intrico verbale che racconta un luogo magico con occhi diversi.

La Liguria, magica e meravigliosa, vista però nei suoi lati più oscuri, crea un contrasto tra le immagini di luce e meraviglia che ce la ricordano e la contraddistinguono, costantemente alternate a quelle di buio e orrore, inteso come traffici illeciti, criminalità e sfruttamento che anche in quella terra, come in tante altre, vivono della solitudine e della disperazione di molti. Eppure, nonostante questo nero non troppo sotteso, viene voglia di esplorarla, quella regione, per andare a cercare i paesini che l’autore nomina e descrive così bene grazie al suo occhio di “straniero”.

Questa dimensione del viaggio la si percepisce in molti scritti di Festa, non solo in questo, e non solo nei suoi romanzi, ma anche nelle prose poetiche, nella poesia, nei saggi. Nunzio è un autore di spostamenti, di scoperte, di osservazioni: nato a Matera, ha vissuto in Lucania, a Pomarico, poi in Lunigiana e Liguria, adesso è in transito in Romagna. Non lo si imbriglia, non lo si può fermare, e l’unica cosa che si può fare è cercare di conoscerlo attraverso le storie e le parole che sceglie con cura e ostinazione, per raccontare, sorprendere, stupire, far riflettere, spezzare, rinnovare. D’altra parte, e lo dice l’autore stesso, per Nunzio “è impossibile scrivere senza critica a questa realtà che non gli piace”. E allora, a noi non resta che leggerlo”.

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