Con “Pinocchio e Collodi. Sul palcoscenico del mondo” (Bertoni editore), Rossana Dedola allarga la riflessione che aveva compiuto con “Pinocchio e Collodi” (Bruno Mondadori, 2002), un libro accolto a suo tempo con molto favore dal pubblico dei lettori e dalla critica.
Con un approfondito lavoro di ricerca, nella prima parte del libro l’autrice ripercorre la biografia di Carlo Collodi ridando vita a una figura tutt’altro che marginale nel panorama letterario del Risorgimento, fedele agli ideali democratici che lo portarono a partecipare a due Guerre d’indipendenza. Nel saggio vengono messe in evidenza le contraddizioni di fondo che sembrano contrassegnare la vita dell’autore, nato in un ambiente molto povero, ma a contatto diretto con una famiglia della grande aristocrazia fiorentina, e che lo spinsero a critica e combattere le ristrette regole di una società basata su una fortissima discriminazione sociale a suon di risate. Analizzando la collaborazione di Collodi con il “Lampione”, il giornale umoristico fondato dopo il ritorno dalla prima Guerra di indipendenza, per la prima volta vengono attribuiti all’autore molti articoli usciti anonimi nei quali non solo il suo genio umoristico si manifesta pienamente, ma sembra anticipare i risultati raggiunti con Pinocchio.
La seconda parte del libro, dedicata alle “Avventure di Pinocchio”, mette in luce il significato simbolico dei suoi personaggi e ne spiega l’inarrestabile successo. Grazie alle sue mirabolanti avventure il burattino è riuscito persino ad eclissare la fama del suo autore.
Nella terza parte del libro, Dedola si sofferma sul successo planetario del burattino attraverso le illustrazioni dei più grandi illustratori del mondo (Innocenti, Mattotti, Mussino, Luzzati, Negrin etc) che hanno dato un volto a Pinocchio e agli altri personaggi e che negli ultimi anni paiono soffermarsi sul lato più crudo e oscuro del romanzo; e le opere di grandi scultori (Paladino, Ron Mueck, Alex Pinna) e artisti che hanno dato vita a sculture a volte dalle dimensioni gigantesche costringendo il pubblico a interrogarsi sul proprio infantilismo e sulla fragilità della dimensione infantile.
Il libro analizza anche i risultati raggiunti in campo cinematografico e teatrale: dal primo film muto con un piroettante Pinocchio-Polidor, al film d’animazione di Walt Disney che si è allontanato profondamente dalla versione originale cancellandone miseria e violenza, alle serie televisive giapponesi, al bambino-robot di Steven Spielberg; numerose le messe in scena in campo teatrale, dalla trentennale ricerca di Carmelo Bene al Pinocchio nero di Marco Baliani con i ragazzi di strada di Nairobi sino al delicato Pinocchio giapponese attualmente in cartellone a Tokio, da cui è stata ricavata la foto che compare sulla copertina del libro.
Rossana Dedola, già ricercatrice e docente della Scuola Normale di Pisa, analista didatta e supervisore dell’Istituto C. G. Jung e dell’International School of Analythical Psychology di Zurigo, ha pubblicato tra gli altri “La via dei simboli. Psicologia analitica e letteratura italiana” (Franco Angeli, Milano), “La musica dell’uomo solo. Saggi su Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Primo Levi e Giovanni Orelli” (Polistampa, Firenze), “Pinocchio e Collodi” (Bruno Mondadori, Milano), “La valigia delle Indie e altri bagagli” (Bruno Mondadori), Introduzione a V. Lamarque, “Poesie” (A. Mondadori, Milano), “Giuseppe Pontiggia. La letteratura e le cose essenziali che ci riguardano”, II ed. con Introduzione di Gianfranco Ravasi (Avagliano, Roma), “Roberto Innocenti. La mia vita in una fiaba” (Della Porta, Pisa), tr. francese Gallimard (Parigi), tr. spagnola, Kalandraka (Barcellona), “Grazia Deledda. I luoghi gli amori le opere” (Avagliano, Roma), Prefazione a G. Deledda, “Tutte le novelle”, v. II, (Il Maestrale, Nuoro). Ha curato “Incollare mondi cucire parole. Blandiana Anedda Mezzaqui Gisiger” (ETS, Pisa).