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Care For

Care For

A cura dell’Associazione Matera2019

Prendersi cura, per costruire comunità “anti-fragili”

Oggi più che mai ci è data l'opportunità di un nuovo inizio, ora più che mai c'è bisogno di operare cambiamenti profondi, ripensando e trasformando i rapporti sociali ed economici tra le persone e le imprese, tra i cittadini e le istituzioni e tra tutti questi...

25 Aprile

Ognuno di noi aveva pensato di celebrare questa giornata in modo diverso.C'è chi avrebbe voluto partecipare alle manifestazioni pubbliche di commemorazione, chi aveva da tempo preparato ed organizzato con cura incontri ed eventi, c'è chi aveva magari pensato...

“Chi racconta le storie governa il mondo”

“Non si possono privare le persone delle loro storie senza offrirgliene di nuove. Non è sufficiente mettere in discussione una nuova narrazione, per quanto obsoleta e screditata: il mutamento avrà luogo solo quando alla vecchia ne subentra un'altra. Quando si sviluppa...

Care For il paradosso di fare bene il bene

Un grande Progetto di Comunità in grado di interpretare la soluzione al paradosso che allontana costantemente, dal volere dei cittadini, il traguardo di fare di Matera una Città Bene Comune.In questi giorni in cui ci interroghiamo su cosa accadrà “domani”, giorni in...

Fare lo sforzo di fare bene il bene

Ognuno di noi in questi giorni sta affrontando e vivendo sulla propria pelle e su quella dei propri familiari tanti problemi piccoli o grandi; molti di noi sono a casa e pensano…

Associazione Matera2019

Coerentemente all’ispirazione originaria che dal 2008 a oggi ha portato la città di Matera alla designazione a Capitale Europea della Cultura, la molla che spinge ancora oggi l’Associazione Matera2019 è l’idea di cementare l’impegno e la partecipazione dei cittadini intorno a quella che abbiamo definito una “sfida generazionale”: per la sua portata storica e per le implicazioni sul piano sociale, economico, culturale. Di questa sfida l’essere “capitale” ha rappresentato un vettore essenziale e formidabile, ma non sufficiente se non vogliamo rischiare, dopo un faticoso percorso, di ritrovarci con le sole macerie di un grande evento e senza alcun beneficio durevole per i cittadini.

L’idea centrale che nel 2008 spinse un gruppo di persone a incontrarsi e mettersi al lavoro per proporre alla città la candidatura a Capitale europea della cultura era ed è proprio quella di trovare un motivo, un obiettivo, una grande prospettiva comune: capace di far riscoprire una identità sopita o frammentata, canalizzare le energie e le competenze pure presenti, disegnare una via per lo sviluppo complessivo del territorio e ridare così speranza e prospettiva alle nuove generazioni. Nel percorso che ne poteva scaturire, le persone, il loro vissuto sarebbero stati il termine di partenza e di arrivo di qualunque riflessione, perché si trattava di avviare una rivoluzione, una rivoluzione culturale in grado di consentire a tutti di riappropriarsi dei propri destini ed essere finalmente costruttori del proprio futuro.

Dopo quel percorso che ci ha portato tutti nel 2014 a ottenere la designazione e poi sino al 2019 a celebrare questo anno straordinario, nel momento in cui per certi versi la nostra “missione” potrebbe essersi compiuta, quella “sfida generazionale” non è certamente ancora vinta.

A maggior ragione in questo periodo così difficile prodotto dalla pandemia e dalla quarantena, quasi un contrappasso rispetto allo scintillio del 2019…

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