Una delle lezione che mi chiedevano spesso i ragazzi delle scuole superiori era “La superstizione”.
Un giorno un alunno mi raccontò che stava accompagnando il nonno a passeggio, quando videro un gatto nero.
Il nonno disse al nipote che quel gatto nero anticipava una sfortuna.
Anche questa è una forma di superstizione che sopravvive al giorno d’oggi.
Infatti sentiamo molti che dicono “Non è vero, ma ci credo”.
Per prima cosa diciamo che Cicerone si riferisce a colo che con riti e sacrifici stancavano gli dei affinché i loro figli venissero conservati superstiti, cioè scampati sani e salvi da ogni sventura.
La superstizione è un termine riferito a credenze di natura del tutto irrazionale che possono condizionare la condotta di vita delle persone; in particolare, indica ciò che sta al di sopra della realtà o meglio ancora al di fuori della realtà razionale.
Il fenomeno della superstizione è una realtà antica che, però, sembra interessare l’uomo di tutti i tempi.
Infatti, nonostante l’implicita superiorità della cultura contemporanea, oggi sono molto diffusi atteggiamenti superstiziosi anche nell’opulenta e moderna società occidentale.
Questo dipende anche dal favore dei media e soprattutto dalle trasmissioni televisive che imbonitori e maghi di ogni specie.
È triste veramente osservare come molta gente si lasci soggiogare da questo fraudolente oscurantismo.
La superstizione, tuttavia, è particolarmente diffusa anche in relazione a giochi che dipendono da roulette o da lotterie.
Si tratta, anche in questo caso, di attività non contrastate dai media, ma che anzi spesso sono oggetto di particolare attenzione.
Pensate ad esempio al gioco del Lotto, quando i numeri ritardatari vengono segnalati dai media con l’implicito suggerimento che si tratti di numeri con maggiori possibilità di estrazione.
In tal caso, la credenza superstiziosa viene rivestita di credibilità attraverso il riferimento di leggi matematiche.
Ciò invece non corrisponde correttamente alla legge del calcolo delle probabilità.
Nicola Incampo
Responsabile della Conferenza Episcopale di Basilicata per l’IRC e per la Pastorale Scolastica