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“Noblesse Oblige” di Enrico Vanzina: un libro che si legge come se si stesse guardando una delle commedie più belle del noto regista

La sua è una filmografia vastissima. Ha respirato cinema fin dall’infanzia, Enrico Vanzina, sceneggiatore, produttore, regista e, anche, scrittore brillante. Ne è una prova il suo nuovo romanzo, Noblesse Oblige, (HarperCollins) un libro che si legge come se si stesse guardando una delle sue commedie più belle.

I protagonisti sono il Principe Ascanio della Scaletta e il suo maggiordomo Gegè. Il primo possiede uno dei titoli nobiliari più antichi e importanti d’Italia, e uno splendido palazzo nel centro di Roma; i suoi però sono i fasti di una ricchezza ormai decaduta. Gegè, nonostante i problemi economici che si ripercuotono inevitabilmente anche su di lui, avendo giurato fedeltà eterna alla casata della Scaletta, non si rassegna alle difficoltà, convinto che il Principe debba solo trovare l’occasione giusta per sistemarsi… E l’occasione giusta arriva da una lontana cugina, tra l’altro più che benestante che, potenzialmente, potrebbe essere la consorte ideale per Ascanio. La “missione” in Toscana per far capitolare la ragazza si rivela però disastrosa. Volendo sorvolare sul piano dell’attrazione, le gaffe di Ascanio e Gegè portano all’esasperazione la (mancata) futura moglie, mandando all’aria i piani, e i sogni, per ripristinare lusso e classe di un tempo.

Ma Gegè non demorde. Del resto, “Gegè era un uomo complesso. Difficile ridurlo al suo ruolo di maggiordomo, lavoro nel quale primeggiava sia per istinto naturale sia per professionalità assoluta. Aveva osservato la vita sempre con uno sguardo defilato, un passio dietro ai protagonisti, senza lasciarsi mai coinvolgere dalle passioni o dal giudizio etico, e men che meno da rabbia o compassione o magari simpatia. Lui sapeva osservare il mondo con distaccata discrezione. Oltre a questa capacità di analisi delle faccenda umane, Gegè aveva un altro pregio: era spiritoso. Riusciva sempre a rigirare in commedia le tragedie. (…)”

Ambientato nel 1980, Noblesse Oblige si rivela un’eccentrica caccia al tesoro attraverso l’Italia, passando dalla Maremma a Cortina fino alla East Coast, con cene sontuose e incontri con vedove tanto abbienti quanto attempate, per mettere le mani su quella “dote” che risanerà i conti del Principe.

Questo è il primo romanzo comico di Vanzina, Il maestro della commedia all’italiana degli ultimi quarant’anni, ed è uno dei più divertenti pubblicati in Italia. Fa venire in mente la saga di Jeeves e i film di Totò e si inserisce a pieno titolo tra i libri dei grandi della comicità letteraria del nostro paese, da Giovannino Guareschi ad Achille Campanile.

Enrico Vanzina è figlio del grande regista Steno, uno dei fondatori della commedia italiana. Nel 1976 ha iniziato a scrivere sceneggiature e da allora ha collaborato con i maggiori esponenti del nostro cinema. Nel corso degli ultimi quarant’anni ha firmato, insieme al fratello Carlo, alcuni dei più grandi successi al botteghino italiano. Ha realizzato anche moltissime fiction televisive. Ma il cinema e la tv non sono la sua unica occupazione. Ha collaborato con il Corriere della Sera e scrive come editorialista su Il Messaggero. Ha pubblicato diversi libri, tra cui La sera a Roma (Mondadori, 2018) e, con HarperCollins, Mio fratello Carlo (2019), Una giornata di nebbia a Milano (2021), Diario diurno (2022) e il Cadavere del Canal Grande. Ha vinto, in tutti questi ambiti, numerosi premi tra cui il Nastro d’argento, la Grolla d’oro, il Premio De Sica, il Premio Biagio Agnes, il Premio Flaiano e il Premio Casinò di Sanremo – Antonio Semeria.

Rossella Montemurro

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