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“Nelle trame della Povertà”, presentato a Matera il Rapporto Caritas 2025

È stato presentato in mattinata a Matera nel Salone degli Stemmi del Palazzo arcivescovile il Rapporto Caritas 2025 sul tema “Nelle trame della Povertà”.

Alla conferenza stampa, moderata dall’Amministratore diocesano, don Angelo Gioia, hanno partecipato il direttore della Caritas Diocesana, Don Angelo Tataranni e Lucia Surano, responsabile Osservatorio Povertà Risorse Diocesano.

Nel 2024, i centri di ascolto della rete Caritas della Basilicata hanno supportato oltre 2.255 persone: più della metà era rappresentato da donne (56,3 %) e un terzo da cittadini stranieri (35,9%).

Più di quattro persone su dieci ascoltate erano disoccupate (41,2%), solo una persona su cinque aveva un lavoro (19,8%) e una persona su 10 era pensionato o comunque fuori dalla forza lavoro per ragioni anagrafiche. Le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto hanno manifestato per lo più difficoltà di ordine materiale e quasi la metà era portatore di più di un bisogno: problemi economici (88.9%), occupazionali (60,9%), di salute (22,6%) e abitativi (14,7%). (Fonte: Report statistico nazionale Caritas 2025)

Le situazioni di povertà non dipendono solo da difficoltà personali, ma sono strettamente legate a trasformazioni strutturali che coinvolgono l’intera società. L’evoluzione della popolazione, le dinamiche del mondo del lavoro caratterizzate da instabilità e scarsa tutela, i mutamenti politici, il progressivo smantellamento delle protezioni sociali e l’aumento del costo della vita sono tutti elementi che aggravano le condizioni di vulnerabilità economica. Questi fattori spingono sempre più persone a cercare sostegno presso i centri di ascolto della rete Caritas.

Negli ultimi anni (Fonte: ISTAT 2023-2024), la popolazione lucana ha subito una decrescita passando da 578.000 a poco più di 533.233 residenti in Basilicata a fine 2023, con una flessione complessiva di -7,7%. Il declino ha proseguito la tendenza precedente (−6,4 % tra 2011 e 2021), con un calo di 4 344 unità nel 2023 (−0,8 %).

Rispetto al 2019, la Basilicata ha registrato un peggioramento dei livelli di benessere relativo: la quota di indicatori nelle classi alta e medio-alta è scesa dal 34,4% al 26,9% entro il 2021, con un calo accentuato soprattutto nella provincia di Matera. Tale dinamica appare confermata dalle tendenze degli ultimi anni.

La disoccupazione giovanile in Basilicata presenta un quadro critico ma in lieve miglioramento: il tasso di occupazione giovanile (25–34 anni) si attesta nel 2023–2024 intorno al 54%, con Matera al 54,8% e Potenza al 53,3%. Sebbene ci siano segnali positivi rispetto agli anni precedenti, questi livelli restano inferiori alla media nazionale e pongono la necessità di politiche mirate a valorizzare il potenziale giovanile, creare occupazione stabile e ridurre la fuga di talenti dalla regione.

Delle 3520 persone accompagnate nel corso dell’anno, il 45% è di nazionalità straniera e il 54% di cittadinanza italiana; a loro si aggiunge poi una piccola percentuale di persone apolidi o con doppia cittadinanza. Complessivamente le donne rappresentano il 58% dell’utenza.

Si registra un rafforzamento delle situazioni di povertà di lunga durata, che colpiscono in particolare quei nuclei familiari che vivono in uno stato di persistente vulnerabilità socio-economica. A destare particolare preoccupazione è l’aumento delle situazioni di cronicità, che coinvolgono individui e famiglie incapaci di uscire da una condizione di fragilità strutturale.

Ogni persona è portatrice da 1 a 5 bisogni per un totale di 1442 bisogni censiti, gli interventi erogati sono stati 4183 e ci sono persone che hanno ricevuto fino a 7 interventi.

Nel 2024, l’età media delle persone accompagnate si attesta tra i 45-54 anni, confermando un trend di progressivo invecchiamento della popolazione in condizione di fragilità.

Forte risulta la relazione tra condizioni di povertà e bassa scolarità. Questo è un dato che si mantiene stabile nel corso del tempo. Di fatto, tra gli assistiti Caritas, il livello di istruzione risulta marcatamente basso; la quota più ampia di persone è costituita infatti da possessori di licenza media inferiore.

La fragilità occupazionale è un fattore che accomuna tanti assistiti e si esprime in condizioni di povertà educativa.

La persona che si rivolge oggi ai centri di ascolto è portatrice di uno o più bisogni, ed è quindi destinataria di molteplici interventi: questa tendenza continua a rispecchiare il dato nazionale e le letture sociali e antropologiche della povertà in Italia, che si conferma sempre più cronica e multidimensionale.

La povertà del 2024 non è più unicamente mancanza di beni essenziali, ma si presenta come una condizione stratificata, che include disorientamento sociale, isolamento relazionale, mancanza di reti di riferimento, sfiducia nelle istituzioni e povertà educativa. Per contrastarla efficacemente, occorre un approccio integrato e olistico che non si limiti alla risposta emergenziale, ma che riattivi capacità, potenzialità e consapevolezza.

L’accesso alla conoscenza diventa quindi una leva fondamentale di emancipazione. Accedere a informazioni aggiornate, a sportelli sociali funzionali e a orientamento personalizzato è oggi una condizione indispensabile per riconquistare autonomia e dignità.

Tuttavia, molte persone ai margini non conoscono i propri diritti o non sanno a chi rivolgersi per ricevere aiuto. Questo le espone al rischio di esclusione sistemica. I centri di ascolto e gli spazi “diffusi” (come mense, case di accoglienza, empori solidali) diventano veri presidi di prossimità sociale, dove è possibile non solo ascoltare, ma orientare concretamente all’uso consapevole dei servizi. Il centro di ascolto evolve così in punto di orientamento integrato, favorendo connessioni con la comunità, supporto nell’accesso ai servizi territoriali, informazioni su opportunità formative e lavorative, e percorsi personalizzati di accompagnamento.

Le infinite possibilità che offre l’intrecciarsi dei fili della trama e dell’ordito sul telaio fecero sì che nell’immaginario collettivo degli antichi la tessitura si identificasse con i percorsi di vita individuali e collettivi. Il discorrere umano, il suo raccontarsi è permeato dalla metafora tessile. Essa ci consente di esprimere il carattere intrecciato, spesso imprevedibile e tortuoso, eppure unitario della nostra esistenza. In altre parole, la metafora tessile ci permette di raffigurare l’indole dinamica della nostra vita che cerca la sua unità tessendo un racconto.

La vita può essere paragonata a un tessuto, dove la trama rappresenta gli eventi, le esperienze e le relazioni che si susseguono nel tempo, mentre l’ordito simboleggia gli aspetti più profondi e strutturali della vita, come le convinzioni e le emozioni. L’intreccio di questi elementi, trama e ordito, crea il tessuto unico e irripetibile di ogni individuo, la sua storia personale e il suo percorso di vita.

La vita è un insieme complesso di elementi che si intersecano e si influenzano reciprocamente, creando una realtà dinamica e in continua evoluzione.

Papa Francesco, sempre ricorrendo alla metafora tessile, ne esplicita una sola: «Dio si è personalmente intessuto nella nostra umanità, dandoci così un nuovo modo di tessere le nostre storie». Questo divino intessersi nell’umanità viene magnificamente messo in scena da Ippolito, uno scrittore orientale poco conosciuto, ma sempre suggestivo. Il simbolo del vestito che rappresenta il punto di partenza e di arrivo della riflessione ippolitiana, nella tradizione biblico-patristica evoca l’identità, la dignità, la condizione. Dall’intreccio delle loro parole traspare evidente che della metafora tessile non possiamo fare a meno. Ippolito e Francesco ci insegnano, ciascuno a modo suo, come farla fruttificare e ci invitano, seppure indirettamente, ad avvalercene anche noi.

“Nelle trame della povertà”, significa quindi entrare nei fili delle storie delle persone, nelle fatiche degli orditi delle loro trame per comprenderne fino in fondo gli intrecci e accompagnare la tessitura verso nuove narrazioni.

Foto Ufficio Comunicazioni Sociali – Diocesi di Matera-Irsina

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