Ricordo che una volta un alunno mi chiese: “Professore, ma perché il Figlio di Dio, per salvare il mondo, ha voluto nascere come tutti i bambini? Gesù poteva venire su questa terra come adulto, incarnarsi in un uomo sapiente, in un re”.
Avete mai riflettuto che il Figlio di Dio è nato un bambino come tutti?
Piccolo, debole, indifeso, all’inizio dell’esistenza.
Risposi più o meno così: “Potremmo fare tante riflessioni su questo mistero, ma a me piace pensare che il motivo profondo sia questo: il bambino appena nato è simbolo di novità, infatti suscita speranza e tutti si interrogano su che cosa farà da grande.
Mi viene in mente quello che il Vangelo ci dice a proposito della nascita di Giovanni Battista, i parenti si chiedevano: “Che cosa sarà mai questo bambino”?
È una domanda logica che facciamo per ogni bambino che nasce: “Cosa farà da grande?”
Tutti da bambini abbiamo ricevuto la domanda: “Cosa vuoi fare da grande?”
Nella vita spirituale dobbiamo essere sempre bambini, sempre disponibili, sempre attenti alla voce di Dio, sempre in cammino verso nuovi orizzonti.
Ecco uno dei significati del Natale.
Fisicamente invecchiamo ogni giorno, ma spiritualmente dobbiamo essere come bambini.
Questo significa che dobbiamo essere sempre nuovi, sempre disposti a ricominciare da capo.”
Adesso che sono in pensione mi rendo conto che le frasi che non devo mai dire sono: “Adesso io sono in pensione e me ne sto tranquillo”.
Oppure “Questo non mi riguarda, non spetta a me fare questo, ci pensi lo Stato, ci pensi la Chiesa”.
L’altro giorno parlando con una persona molto anziana che mi diceva: “Io ormai ho vissuto abbastanza, non ho più niente da fare”, ho risposto: “No, sei ancora giovane di spirito, il Signore ti dà ancora vita perché tu possa impegnarti in opere buone e nella preghiera”.
In conclusione, amici che mi leggete, se vogliamo restare sempre giovani nello spirito, e un po’ anche nel corpo perché lo spirito influisce inevitabilmente sul fisico, dobbiamo essere disposti a impegnarci sempre: almeno nella preghiera e nella sofferenza per gli altri, per il Regno di Dio.
Nicola Incampo
Responsabile della Conferenza Episcopale di Basilicata per l’IRC e per la pastorale scolastica