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Matera, inaugurata la quindicesima edizione del Presepe Vivente: è la più bella di sempre

“L’augurio è che chi viene a visitare il Presepe abbia una domanda: ‘Da che parte stai? In quella di chi non cerca più niente, in quella della profetessa pazza, in colui che detiene e conserva il potere… Ma la speranza è che tanti possano identificarsi nella parte del soldato che è andato in crisi e non è più disposto a eseguire ordini senza senso”.

Con queste parole Mons. Benoni Ambarus, arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico, ha commentato l’inaugurazione della quindicesima edizione del Presepe Vivente promosso dall’Amministrazione comunale in collaborazione con Prisco Provider Eventi e Comunicazione e la Curia Arcivescovile della Diocesi di Matera-Irsina. Probabilmente l’edizione più bella di sempre, per monologhi e dialoghi suggestivi ed evocativi che in alcuni casi coinvolgono gli spettatori rendendoli parte attiva di una narrazione singolare. Il messaggio centrale è quello della pace e del dialogo, valori oggi più che mai necessari e che Papa Leone ha indicato come fondamento per una convivenza autentica e solidale. Un tema che trova in Matera, prossima Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo, il luogo ideale per proiettarsi verso un futuro di speranza e di costruzione comunitaria.

Protagonisti gli attori della compagnia lo Stormo di Roma e del Teatro Attico di Gravina in Puglia con la collaborazione delle associazioni di rievocatori storici “I Brettii della Calabria” e il Gruppo Storico Normanno da Altamura, le associazioni di volontariato “Ordine di Malta”, le associazioni di Protezione Civile “L’Addolorata” e di “Vaglio di Basilicata” e l’associazione nazionale Polizia di Stato, e tra i rievocatori storici l’Omnes Leones Puglia.

Il Presepe Vivente aprirà al pubblico domani e proseguirà il 7, il 13 e 14, il 20 e 21, 27 e 28 dicembre 2025 e il 3 e 4 gennaio 2026 nel Sasso Caveoso, con un percorso che attraversa i rioni storici e si estende da piazza San Francesco fino al termine del percorso di via Bruno Buozzi.

Per l’evento si attendono in città tra i 30 e i 40 mila visitatori.

Rossella Montemurro

Saluto di Padre Francesco Ielpo, Custode di Terra Santa, alla città di Matera in occasione della inaugurazione del Presepe vivente nei Sassi

Gerusalemme 5 dicembre 2025

Carissimi amici di Matera, pace e bene a tutti voi. Desidero innanzitutto ringraziare Sua Eccellenza Monsignor Benoni, Monsignor Dario, le autorità civili e politiche e ciascuno di voi che oggi siete riuniti in San Pietro Caveoso nel cuore dei Sassi di Matera per l’inaugurazione del Presepe vivente.

Avrei desiderato essere presente di persona, ma attraverso questo messaggio desidero farvi arrivare la mia vicinanza e la mia gratitudine per questa iniziativa che unisce tradizione, fede e impegno concreto per la pace.

Quest’anno il vostro presepe ha un valore ancora più grande perché si inserisce nel cammino che porterà Matera a essere nel 2026 capitale del dialogo e della pace nel Mediterraneo.

È un titolo che parla di responsabilità, ma anche di speranza. Ed è proprio la speranza, cari amici, nella nostra terra ferita, di cui oggi sento più urgente il bisogno.

Dal luogo stesso dove il Signore ha scelto di nascere come principe della pace, vorrei condividere con voi un pensiero semplice ma decisivo.

Pace, cari amici, non è un’idea astratta, ma una presenza da costruire ogni giorno.

Noi, frati minori della Custodia vogliamo continuare il mandato che ci è stato affidato

direttamente da Francesco di Assisi: esserci stare, essere una presenza dialogante.

La pace, cari amici, è un’opera artigianale. Si costruisce pian pianino come un artigiano, con cura, con pazienza, con dedizione.

E la pace è il dialogo. La pace è un continuo dialogare con tutti l’unico vero strumento con cui si scolpisce l’opera della pace.

E come custodia di Terra Santa viviamo quotidianamente a contatto con cristiani, con musulmani, con ebrei, con uomini e donne di ogni provenienza culturale.

La nostra missione, cari amici, non è soltanto custodire pietre antiche, ma la nostra missione è custodire relazioni, aprire ponti, favorire incontri, ricucire gli strappi.

Vi assicuro che anche nei momenti più difficili scopriamo qui in Terra Santa che ogni gesto di dialogo, anche il più piccolo, ogni gesto di avvicinamento di incontro ha un valore immenso. È spesso invisibile, non ne parlano i giornali, ma porta frutti che durano per il futuro. Il presepe vivente che inaugurate oggi parla proprio di questo.

Ci ricorda che Dio entra nella storia non dall’alto, ma dal basso, dentro le nostre fragilità.

E la pace nasce nello stesso modo. Nasce dall’umiltà, dalla capacità di ascoltare, di accogliere, di lasciarsi sorprendere dall’altro, come i pastori che si misero in cammino

verso quella grotta.

Per questo, cari amici, vorrei incoraggiarvi: continuate a costruire ponti tra Matera e la Terra Santa. Nel Mediterraneo, che è spesso teatro di conflitti, le città e le comunità come la vostra possono diventare fari, laboratori di riconciliazione, luoghi in cui l’altro non è una

minaccia, ma una ricchezza.

Da Gerusalemme e da Betlemme. Vi accompagno, carissimi, con la preghiera e vi chiedo di pregare per tutti noi, per tutte le famiglie che vivono nel dolore della guerra, per chi cerca giustizia, protezione, dialogo, per chi ha perso il lavoro, per chi ha perso i familiari, per chi vive un dolore profondo.

E mentre iniziate questo cammino verso il 2026, vi auguro che Matera, con la sua storia,

la sua bellezza e la sua umanità possa essere davvero una città che genera pace, una città che ricorda al mondo intero che il dialogo non è un lusso, ma una necessità.

Cari amici, il Signore vi benedica e vi doni la sua pace.

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