2018,
alle ore 19:00, sarà inaugurato il
nuovo allestimento provvisorio con cui si avvia il progetto di rinnovamento del Museo
Archeologico Domenico Ridola di Matera, che il Polo Museale della Basilicata intende condividere con la comunità
materana nell’ambito di un percorso di coinvolgimento e partecipazione che si
svolgerà nel corso del 2019 per arrivare a definire insieme la ‘forma’ del
museo della città.
Il museo
archeologico di Matera è il museo statale più antico della Basilicata:
istituito nel 1911 all’interno dell’ex Convento delle Clarisse, è intitolato al
suo fondatore, il senatore Domenico Ridola [1841-1932], medico,
uomo politico e archeologo, che nel 1910 aveva donato allo stato le sue
importanti raccolte di materiali naturalistici, oggetti etnografici,
testimonianze artistiche e soprattutto preziosi reperti archeologici, in
massima parte documenti preistorici, provenienti dagli scavi da lui stesso
condotti nel territorio materano.
costituiscono il primo nucleo dello straordinario patrimonio del museo,
cresciuto poi nel corso dei decenni successivi grazie alle ricerche, alle
scoperte, agli scavi e ai rinvenimenti nel territorio materano [avviati da
Ridola già negli anni Settanta dell’Ottocento e proseguiti fino ai nostri giorni],
che restituiscono importanti tracce di una vicenda archeologica ininterrotta e
millenaria, dalla preistoria alla protostoria fino all’età storica, ricca di
testimonianze e documenti di raro interesse.
Diretto fino al
1961 da Eleonora Bracco, che fece realizzare i primi interventi sul
complesso conventuale per sistemare in maniera più articolata i numerosi
materiali, il museo fu poi ampliato tra anni Sessanta e anni Settanta dal primo
Soprintendente archeologo della Basilicata, Dinu Adamesteanu, con il quale
cominciò a prendere forma quell’istituzione moderna che, nelle intenzioni dei
suoi ideatori, avrebbe dovuto mettere al centro la storia di Matera e del suo
territorio.
e anni Novanta venne poi realizzato, grazie ai fondi Fio e al progetto
dell’ingegner Corazza, un secondo importante intervento, che dotò il
museo di nuovi spazi, inizialmente destinati alle collezioni e alle mostre
temporanee, all’interno di una palazzina costruita nella parte retrostante il
giardino delle clarisse. Nel corso degli anni, visioni ostensive diverse ne
hanno modificato il disegno originale, rendendo sempre meno leggibile il
racconto del museo, ben guidato dalla Soprintendenza.
Nel dicembre del
2015, a seguito della Riforma Franceschini, il museo è stato assegnato al Polo
Museale della Basilicata che ha deciso di puntare sul rinnovamento della
struttura e della missione del Ridola, promuovendo un percorso strategico il
cui primo passo è proprio il nuovo allestimento temporaneo.
idea che guida questo allestimento – ha dichiarato Marta Ragozzino,
Direttrice del Polo Museale – è quella di riordinare in senso cronologico i
materiali esposti, integrandoli per colmare le maggiori lacune e accompagnando
il nuovo percorso, che riserverà molte sorprese, con un racconto lineare,
accessibile e accogliente che rende comprensibili a tutti i contenuti e la
storia del museo. Un racconto moderno, adatto a un pubblico con esigenze
diverse, con un progetto grafico innovativo e di grande valore comunicativo [oltre
che di impatto estetico]. Un nuovo apparato fotografico realizzato ad hoc con
l’ausilio delle più moderne tecnologie ha il compito di contestualizzare meglio
i diversi ambiti archeologici».
rinfrescare le pareti e illuminare le sale – continua la Direttrice – per dare
respiro a memorie eccezionali che devono diventare sempre di più patrimonio
comune, per raccontare sempre meglio le storie di persone e di cose, importanti
per la comunità intera, che nel suo museo deve potersi ritrovare e riconoscere».
sarà sede della prima grande mostra di Matera-Basilicata 2019, Ars Excavandi
per la cura di Pietro Laureano. E sarà uno dei luoghi privilegiati
della produzione culturale della nostra città. Doveva prepararsi
all’appuntamento, con tanta luce, nuovi colori e soprattutto un grande
messaggio di apertura e di invito.
alla mostra Trecento ‘19 Duemila ‘19
curata da Gianluigi Colin e Antonio Troiano e prodotta insieme
alla Fondazione Corriere della Sera e alla Fondazione
Matera-Basilicata 2019 e allestita grande sala centrale del primo piano. In
mostra 319 copertine d’autore de “La Lettura”, il supplemento settimanale del
Corriere della Sera dedicato ai libri e agli stili culturali, che ha ripreso la
pubblicazione dal 2011.
viaggio all’interno dell’arte contemporanea: dal primo numero, “La Lettura” ha
infatti affidato le proprie copertine ai maggiori artisti del panorama
internazionale, da Ai Weiwei ad Armin Linke, passando per Anselm Kiefer, Damien
Hirst, Vanessa Beecroft, Ettore Spalletti, Mimmo Paladino e tanti altri.
Pittori, scultori, fotografi, architetti, performer, impegnati a realizzare una
pinacoteca senza pareti capace di entrare nelle case dei lettori e di
contribuire a definire il concetto stesso di contemporaneo.
hanno lavorato in maniera straordinaria per realizzare questo importante
allestimento [esperti, professionisti, fornitori, colleghi] e ai curatori della
mostra “La Lettura”, per questa nuova impegnativa iniziativa, tappa importante
verso Matera – Basilicata Capitale Europea della Cultura 2019.
al 23 aprile 2018, negli orari di apertura del museo: Lunedì: h. 14.00 –
20.00 [chiuso nelle ore antimeridiane]; da Martedì a Domenica: h. 9.00 – 20.00.
Per info e prenotazioni: + 39 0835 310058.