“Oltre me stessa è una sorta di diario esistenziale che parla di me, della mia vita, dei miei lutti, delle mie speranze, delle mie cadute, della mia solitudine che non mi paralizza ma mi apre al mondo. Sono tematiche che riguardano un po’ tutti, questa silloge parla dei luoghi dell’anima che non sono solo degli spazi fisici ma un qualcosa che portiamo dentro: possono essere dappertutto e da nessuna parte. Può essere una sensazione che riposa in noi e viene fuori quando meno ce lo aspettiamo. Ma Oltre me stessa parla anche della morte, tant’è che per me spesso la poesia rappresenta una sorta di colpo di gomito alla morte. Il rapporto con il tempo, per quanto mi riguarda, è molto conflittuale e, grazie alla poesia, riesco ad affrontare in modo meno doloroso la fugacità del tempo”.
Sono queste le parole con cui Enza Berardone ha definito la sua silloge, vincitrice del Premio letterario Emily Dickinson 2023, presentata nel pomeriggio alla Fondazione Sassi e moderata dal prof. Enzo Scalcione.
“Avevamo anticipato nel nostro programma “Curiamo Matera” che avremmo invitato delle personalità per guidarci verso i temi della bellezza. – ha affermato la Direttrice della Fondazione Sassi Patrizia Minardi – Per apprezzare il patrimonio culturale abbiamo anche bisogno di un linguaggio quale può essere quello poetico, narrativo, scientifico o architettonico che può aiutarci a capire meglio la bellezza, un tema oggi un po’ in crisi. Dobbiamo recuperarlo e, tramite la Fondazione Sassi, creando anche la biblioteca della bellezza vogliamo tornare a parlarne. Enza Berardone ci ha dato una chiave di lettura in grado di portarci alla scoperta di noi stessi perché, se non abbiamo bellezza interiore, come diceva Platone, non possiamo assolutamente apprezzare la bellezza esteriore. La bellezza è la congiunzione di due sensibilità, quella realistica possiamo riconoscerla solo con quella interiore”.
In Oltre me stessa (Grausedizioni) è presente spesso il termine “oltre”: ” È un modo per declamare le vie di fuga. – ha sottolineato l’Autrice – Sono fughe provvisorie, significa anche superare i propri limiti per scoprire nuove dimensioni e riuscire a entrare in contatto con più facilità con la parte più vera, più autentica di noi. Questa poesia tenta di scalfire il mistero che avvolge la vita di tutti e tenta di rompere quella opacità che caratterizza sia la vita sia la poesia stessa”.
Il percorso letterario della Fondazione Sassi proseguirà poi nel mese di novembre con altri due momenti di dialogo e approfondimento sempre nella sede della Fondazione. Domenica 9 novembre, alle ore 17.00, sarà la volta di Antonio Avenoso con il romanzo “Un manoscritto ritrovato” (Macabor editore), una narrazione che intreccia memoria, mistero e introspezione. Mercoledì 19 novembre, sempre alle ore 17.00, la Fondazione ospiterà la presentazione di “Rareche – Racconti della tradizione lucana tra magia e realtà”, edito da Magister e promosso dall’INPS Basilicata: un volume corale nato dal lavoro dei dipendenti dell’Istituto, che restituisce voci, leggende e racconti della cultura popolare lucana.
Rossella Montemurro
