Venerdì 11 aprile le classi 1B e 2B hanno proseguito l’interessante percorso formativo iniziato la scorsa settimana con il prof. ing. Ruggero Ermini dell’Università degli Studi della Basilicata. Dopo la lezione in Università, studenti e docenti si sono spostati sul...
“Lo svenimento mi era parso la tromba dell’apocalisse, l’annuncio di una fine innominabile e terrificante. Svenire comporta la diminuzione dell’afflusso di sangue al cervello e il rallentamento della frequenza cardiaca. Io però prediligevo le cause nervose a quelle organiche: perdere i sensi può essere la risposta a un’emozione troppo forte. Si sviene per non vivere un abuso o una tortura, si sviene per debolezza, tristezza o spavento. Si sviene per morire un po’, come certi mammiferi che si fingono morti per salvarsi.
Da oltre un anno ero separato da Luisa, e il lavoro era sempre più insopportabile. Più che quarantenne, con buoni studi umanistici e una passione per la poesia, preparavo contenuti per un’agenzia americana che li rivendeva a siti, blogger e influencer vari.”
Malbianco (Einaudi), il nuovo libro del Premio Strega 2022 Mario Desiati, inizia da un malessere del protagonista, Marco Petrovici, che proprio per approfondire la causa degli svenimenti decide di far ritorno in Puglia da Berlino. I suoi genitori, Use e Tonia, vivono in una casa nella campagna tarantina, in un bosco di querce e lecci. Sono anziani, bisognosi di cure e soprattutto non smettono di far sentire Marco inadeguato per scelte di vita che avrebbero voluto diverse. Marco, che si porta addosso il nome di due antenati morti prematuramente, comincia un percorso di psicoterapia – sceglie addirittura di rivolgersi a due psicoterapeuti, di orientamento opposto – nel quale comprende che, forse, è nella genealogia familiare che potrebbero nascondersi i motivi dei suoi svenimenti. Diventa così fondamentale andare alla ricerca delle origini del suo cognome, Petrovici, inconsueto per la Puglia. Use e Tonia, però, puntualmente si irrigidiscono, lasciando cadere il discorso e stuzzicando ancora di più la curiosità di Marco.
C’è un ricordo d’infanzia che lo ha colpito: un uomo (suo zio?) che suona il violino sotto la neve di Taranto. Un diario consegnatogli da zia Ada diventa la bussola per orientarsi tra i non detti, nella cortina di omertà dei genitori. L’indole introspettiva di Marco sarà il punto di partenza per scardinare quel malbianco (una malattia delle piante) che avvolge un po’ tutti nella famiglia Petrovici, lui per primo, perché “di certi fantasmi ci si libera soltanto raccontandoli”.
Riaffiorerà una ninna nanna yiddish che inconsapevolmente i Petrovici si tramandano da quasi cent’anni… La letteratura, la storiografia e la psicoterapia aiuteranno Marco a fare chiarezza nella vita segreta della bisnonna Addolorata, trovatella e asinaia, e nelle vicende di nonno Demetrio e di suo fratello Vladimiro, entrambi reduci di guerra, una guerra combattuta e patita in modi molto diversi.
Con una trama che procede tra passato e presente, tra Taranto e i campi di prigionia tedeschi, lo stile di Malbianco è elegante e ricercato, pieno di echi e citazioni letterarie.
Mario Desiati è originario di Martina Franca. Ha pubblicato, tra gli altri: Vita precaria e amore eterno (Mondadori 2006, Einaudi 2023), Ternitti (Mondadori 2011, Einaudi 2023), Il libro dell’amore proibito (Mondadori 2013), Mare di zucchero (Mondadori 2014). Per Einaudi ha pubblicato Candore (2016 e 2021) e Spatriati (2021 e 2024, Premio Strega 2022).
Rossella Montemurro