Riceviamo e pubblichiamo da Leo Montemurro, Presidente Onorario CNA Matera:
E’ acclarato da tempo che Matera come realtà produttiva sia uno dei 4 motori di sviluppo della Regione Basilicata, gli altri tre sono la fascia Jonica Metapontina sull’asse Bernalda-Pisticci-Policoro e paesi viciniori, il Vulture Melfese con l’industria automobilistica e la viticultura di qualità ed, infine, la Città di Potenza quale città terziaria erogatrice di servizi per l’intera Regione.
Matera può orgogliosamente rivendicare il fatto di essere stata la prima Città del Sud negli anni ’70, dopo Bologna, ad aver dato l’avvio alle zone Paip, dapprima il Paip 1 e successivamente il Paip 2, aree che ancora oggi possono considerarsi il vero polmone produttivo della Città atteso che in una recente indagine sono state censite circa 250 aziende insediate con una stima di posti di lavoro complessivi diretti ed indiretti vicina alle 5.000 unità ed un fatturato stimato di circa 1 miliardo di euro complessivamente.
Aziende in alcuni casi connesse con i sistemi produttivi non solo locali e regionali ma anche nazionali ed, in alcuni casi, internazionali che tanto lustro danno in primis alla Città ma anche al territorio provinciale e regionale inteso nella sua unitarietà.
Oggi a Matera sono state censite all’incirca 4000 realtà produttive dei vari comparti – agricolo, artigianale, commerciale, manifatturiero, turistico e dei servizi – a conferma del dinamismo imprenditoriale della Città con elevate presenze nel comparto turistico che è ormai diventata una realtà affermata che anno dopo anno consolida, sia pure tra mille difficoltà, il suo essere una delle 4 gambe su cui poggia il tavolo del sistema economico cittadino. Le altre tre sono da individuarsi nell’eco mondo dei due Paip per la manifattura unitamente alle due Zone Industriali di Jesce e La Martella, in quello dei servizi ben presente nei diversi ambiti (professionale, assicurativo, bancario, etc) e in quello della società della cultura e della conoscenza.
Matera anche dal punto di vista economico deve necessariamente ripensarsi e rilanciare il proprio ruolo di protagonista guardando al futuro con rinnovata fiducia ed entusiasmo puntando con decisione sulla valorizzazione dei giovani talenti e delle donne atteso che la Città non è esente da alcuni problemi quali la fuga dei cervelli e la ripresa dell’emigrazione che tanto caratterizzano tante parte di questa nostra Italia e soprattutto le aree più marginali della Regione Basilicata. E’ da rilevare che nell’ultimo anno Matera ha perso più di mille abitanti scendendo al di sotto dei 60.000 cittadini residenti in controtendenza rispetto a quanto accaduto negli anni immediatamente precedenti e successivi al 2019, l’anno di Matera Capitale Europea della Cultura.
Riprendere e valorizzare quelli che sono stati i punti di forza che hanno consentito la crescita di cui la Città ha goduto sino all’inizio degli anni 2000 quali la fitta presenza di imprese artigianali e commerciali senza tralasciare le potenzialità ancora attuali delle tante aziende insediate nelle zone industriali dalle quali però da tempo si levano ripetute grida di dolore per la carenza di servizi adeguati e per alcune assurdità che sono costrette a subire come l’ingiustificata doppia contribuzione alle casse comunali e a quelle consortile del CSI – Consorzio Industriale -.
L’imprenditoria materana ha raggiunto una sua maturità da quando sganciatasi dall’unicità del sistema primario e da quello della trasformazione dei prodotti agricoli si è evoluto all’inizio degli anni ’60 cercando di parificarsi a quanto stava accadendo in altre realtà con lo sviluppo del commercio e dell’artigianato in primis di pari passo con lo sviluppo dell’industria nell’area della Valle del Basento.
Da questa premessa emerge da subito la necessità di rilanciare l’idea della realizzazione della Terza Zona Paip da inquadrare ed intendere non quale operazione speculativa di carattere immobiliare ma come occasione di rilancio delle micro e piccole imprese cittadine e dell’intero comprensorio materano, molte delle quali ormai non possono più essere ospitate nel tessuto urbano alla luce delle nuove regole urbanistiche recentemente approvate dal Consiglio Comunale ed entrate ormai in vigore. Nel contempo lavorare affinché i due Paip esistenti diventino sede dell’Hub energetico cittadino dando concretezza all’assioma che vede l’energia prodotta, consumata e condivisa che a partire dalle due zone Paip porti benefici alle altre zone della citta ( si pensi agli antichi Rioni Sassi e al Centro Storico) dove non è possibile installare impianti di autoproduzione dell’energia attraverso le CER Comunità Energetiche Rinnovabili e al riguardo ricordiamo con orgoglio che a Matera ha la propria sede Cerquity CER Zona Sud , comunità energetica che in rete con Cerquity Zona Nord e Cerquity Zona Centro si propone di operare in ambito nazionale nella logica della rete e del Network.
Non più rinviabile ormai la concreta attuazione e definizione all’asse commerciale Matera-Venusio e riprendere alcuni temi per ridare vitalità all’asfittico settore commerciale quali, ad esempio, la creazione di strade dedicate allo shopping (si pensi all’asse di Via Nazionale- Via Annunziatella- Via XX Settembre) integrandole e valorizzandole all’interno di Centri Commerciali naturali che potrebbero trovare nuova linfa proprio in questo particolare momento dove le vendite on-line crescono a dismisura ma nel contempo si avverte da più parti l’esigenza di tornare ad avere un rapporto più umano anche con una parte essenziale della vita come quella del comprare e vendere qualcosa non più inteso solo come atto commerciale bensì come consolidamento di un rapporto sociale.
La prossima Amministrazione deve chiedere con forza alla Regione Basilicata la nuova legge sul commercio atteso che l’attuale è vecchia ormai di oltre vent’anni e proporre all’interno della stessa strumenti in grado di rilanciare il commercio nei Paesi e nelle Città quali i DUC Distretti Urbani del Commercio che tanti benefici ha apportato al commercio della vicina Puglia. Altro tema importante l’impegno al riconoscimento delle botteghe storiche quale testimonianza del passato ma soprattutto quale presenza di qualità nell’odierno sistema commerciale sempre più assediato dal commercio on-line e una reale volontà di combattere l’abusivismo commerciale. Vanno rafforzati gli sportelli per l’artigianato, il commercio e le Pmi creati in partnership con le Associazioni di categoria di pari passo con l’istituzione di un tavolo permanente di confronto sui temi del commercio, dell’artigianato e della piccola e media impresa che affronti anche da subito il costo che rinviene alle Aziende dal sistema di raccolta differenziata in atto e della temativa TARI più in generale. Infine misure per favorire la giusta locazione dei tanti immobili sfitti per finalità commerciali al momento presenti in Città soprattutto se locati a giovani imprenditori.
Sempre in tema di sviluppo gli antichi Rioni Sassi devono tornare ad essere pensati non solo come un patrimonio da preservare e tutelare ma come luoghi in grado di liberare quella energia indispensabile per rilanciarne il ruolo di motori culturali e produttivi. Vanno affrontate senza remore alcune questioni che potrebbero determinare una involuzione rispetto a quanto sinora realizzato quali il rinnovo delle prime subconcessioni ormai scadute o prossime alla scadenza e su quali basi e criteri questo debba avvenire. Non abbiamo problemi di sovraffollamento turistico, abbiamo picchi di presenza in alcuni periodi ben limitati ma nulla che non si possa gestire con una attenta pianificazione e un attento monitoraggio. Vanno fatte delle scelte per uscire dal buonismo che ci porta a considerare buono e positivo tutto quello che arriva a Matera senza avere la possibilità di effettuare delle scelte in merito a quale tipo di turismo preferire – congressuale, religioso, fieristico, etc agendo di conseguenza – senza voler escludere gli altri atteso che essere turisti in qualsiasi luogo del mondo è un diritto universale e come tale va rispettato.
Vanno riprese e realizzate alcune idee ambiziose avviatesi e poi arenatesi per problemi non certo attribuibili a chi le aveva proposte quali la Scuola Internazionale delle Arti e dei Mestieri inserita nel contesto del Sasso Barisano nel cosiddetto Quartiere degli Artieri (i locali dell’ex incubatore d’imprese di Sviluppo Basilicata) un luogo magico dove arte, artigianato e design dovrebbero trovare la loro più alta sublimazione aperta ad influssi nazionali ed internazionali nonché la ubicazione in quella stessa area dell’ISIA l’istituto universitario pubblico di Design per fare in modo che la caratterizzazione più complessiva di quella particolare area dei Sassi sia quella della conoscenza, formazione e cultura con l’incredibile crocevia di progettualità e competenze che verrebbe lì a crearsi grazie a Casa Ortega, al Quartiere degli Artieri, all’Isia un luogo magico dove artigianato, arte e design attraverso non la sola azione meccanica di un fecondo concepimento ma attraverso una precedente fase di innamoramento potranno contribuire a rendere ancora più ancestrale il contesto dei Sassi di Matera e a proiettarli nella dimensione mondiale che meritano. Il tutto lievitato in maniera esponenziale dai benefici della ZES Cultura che a breve dovrebbero manifestarsi.
Matera deve necessariamente riprendere le file di un ragionamento mai compiutamente avviato con il proprio territorio provinciale atteso che in poche occasioni ha egregiamente svolto il suo ruolo di capoluogo di provincia perché vittima dello strabismo di Venere che l’ha portata a guardare più intensamente alla vicina Puglia. Non è forse Altamura la Città più vicina a Matera distante solo 14 kilometri?
Dobbiamo creare necessariamente le condizioni per divenire anello di congiunzione tra la ipotetica e mai realizzata Città murgiana dei servizi, concetto molto probabilmente reso obsoleto dalla digitalizzazione spinta che stiamo vivendo e per certi versi subendo, e la nostra provincia creando una connessione virtuosa tra territori diversi e complementari.
Penso a farci promotori di una connessione produttiva in una logica di network tra le aree artigianali dell’intera provincia e perché no dell’intera regione al fine di creare filiere tutte lucane nei vari comparti produttivi. Matera non è forse stata la prima Città del Sud a dar vita al Paip?
Pensiamo alla reale creazione di connessioni business to business tra operatori turistici del territorio che partendo da Matera da sempre definita la porta d’ingresso del turismo in Basilicata potendo contare sulla unicità dei posti sia dal punto di vista naturalistico che storico ed architettonico creino le condizioni affinché il turismo diventi occasioni di crescita e sviluppo anche per le aree interne. Ma per far questo occorre battersi per collegamenti a mezzo bus frequenti ed adeguati alle esigenze di mobilità non solo dei turisti ma ancor prima dei cittadini resistenti e residenti come pure per delle infrastrutture viarie adeguate e non da terzo mondo come è realmente in alcuni casi.
Abbiamo però bisogno di rivendicare con forza la risoluzione di alcune vere e proprie emergenze infrastrutturali quali il raddoppio della strada statale 7 che da Matera porta a Ferrandina all’innesto sulla Basentana in direzione Metaponto- Potenza e come già detto prima l’ammodernamento dell’intero sistema viario che connette Matera con i Paesi della Provincia e viceversa.
Rilanciare il ruolo della Casa delle Tecnologie Emergenti in una logica di reale integrazione con il sistema economico e produttivo locale coinvolgendo le scuole non solo cittadine ma dell’intera provincia e regione.
La recente nomina di Matera capitale euro mediterranea per il 2026 ci carica di una ulteriore responsabilità; ancora una volta possiamo e dobbiamo assumere il ruolo di capofila nei processi di innovazione culturale e sociale rilanciando il ruolo della Città e nel contempo della Provincia e della Regione attesa la posizione baricentrica all’interno del Mare Nostrum. Tutto ciò lo potremo fare facendo ricorso alle migliori energie professionali ed intellettuali che la Città è in condizione di mobilitare senza paure remore ma con cuore impavido per affrontare un futuro di certo non semplice ma che tutti insieme, giovani e meno giovani, possiamo contribuire a scrivere e realizzare nel migliore dei modi.