Facendo il volontario al carcere sono stato “obbligato” a documentarmi sulle religioni africane.
Le popolazioni africane hanno sviluppato varie forme religiose di carattere tribale e animistico.
Dovete sapere che in Africa la religione è parte integrante della vita, regola ogni tipo di rapporto sociale, ma regola anche i rapporti con la natura, la malattia, la morte.
I popoli africani hanno tentato di comprendere i fenomeni che li sovrastano – uragani, siccità, morte… – con l’individuazione di forze spirituali superiori.
In tal modo hanno dato origine a varie forme religiose finalizzate alla difesa della vita terrena, ma anche di quella ultraterrena, proprio perché queste due realtà non sono mai state percepite in modo nettamente distinte.
È anche importante sapere che nelle loro cerimonie si servono di maschere rituali.
Questo significa che le religioni africane sono tribali e diverse tra loro, ma hanno vari elementi comuni come l’idea di uomo, di divinità e di spirito.
- Idea di uomo: l’uomo nasce da elementi naturali, come l’argilla o il fango, e riceve manualità e parola dalla divinità.
- Idea di divinità: esiste un essere superiore a tutte le diverse divinità, che fungono da intermediarie tra lui e gli uomini.
- Idea degli spiriti: più importanti dell’essere supremo, che è distante dagli uomini, gli spiriti sanno esaudire le necessità di cui l’uomo ha bisogno per vivere.
È interessante conoscere anche il loro rapporto con gli spiriti e i morti.
Secondo la religiosità africana, gli spiriti che animano il mondo si distinguono in naturali e personali.
- Gli spiriti naturali sono quelli del bosco, del lago, del vento,… A volte sono amichevoli, a volte sono ostili.
- Gli spiriti personali sono quelli di parenti defunti e degli antenati, invocati spesso con maschere rituali per riti di guarigioni.
Nel mondo africano il legame con i morti è molto forte: i parenti defunti vengono sempre rispettati e onorati con offerte.
In particolare gli antenati rappresentano la mediazione più intensa con il mondo spirituale, essi assicurano prosperità, salute e fecondità ai loro discendenti.
Tuttavia, non è automatica la trasformazione di un parente defunto in un antenato.
Affinché ciò avvenga, occorre eseguire alcuni riti speciali e, tra questi, particolarmente importante è il rito del doppio funerale.
Questo rituale è necessario perché, col primo funerale, lo spirito del defunto, si mostra avverso nei confronti dei vivi; quindi solo così il secondo funerale, attraverso offerte e preghiere, si riappacifica con i propri parenti, diventando un antenato.
Nicola Incampo
Responsabile della Conferenza Episcopale di Basilicata per l’IRC e per la Pastorale Scolastica