Dopo l’ultima riflessione, quella sulla morte e resurrezione di Gesù, alcuni mi hanno chiesto di spiegare come avveniva la sepoltura al tempo di Gesù.
Per prima cosa chiariamo che quando una persona moriva vi era un tempo per lamenti e pianti.
Infatti il pianto era il modo per annunciare a tutto il vicinato che vi era stato un lutto in quella famiglia.
Subito dopo la famiglia si riuniva per il lamento: era un periodo in cui si versavano tante lacrime per dimostrare la sincerità del proprio dolore.
Infatti il profeta Michea dice: “Perciò farò lamenti e griderò, me ne andrò scalzo e nudo, manderò ululati come gli sciacalli, urli lamentosi come gli struzzi.” (Michea 1,8).
Anche i Vangeli lo raccontano quando Gesù resuscitò la figlia di Giairo: “E giungono a casa del capo della sinagoga; ed egli vede del tumulto e gente che piange ed urla forte.”
Proprio perché il clima in Palestina era caldo e quindi favoriva una rapida decomposizione del cadavere, la sepoltura doveva essere fatta nel più breve tempo possibile.
Però è importante sapere che la sepoltura non poteva mai avvenire il sabato o un giorno di festa.
La sepoltura doveva avvenire in una grotta naturale o in una grotta scavata artificialmente così come Giacobbe aveva chiesto “Poi diede loro quest’ordine: «Io sto per essere riunito ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo di Efron l’Hittita, nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nel paese di Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l’Hittita come proprietà sepolcrale. Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. La proprietà del campo e della caverna che si trova in esso proveniva dagli Hittiti»”.
Un altro sistema di sepoltura era quella di deporre la barella sul terreno e poi circondare il cadavere con pietre formando un tumolo di forma orizzontale ovale.
Il cadavere veniva poi ricoperto di terra.
I cimiteri erano sempre fuori dai villaggi; solo i membri delle famiglie reali venivano sepolti dentro le mura.
In via eccezionale il corpo era ricoperto di aromi e unguenti che venivano compressi contro il cadavere con strati di bende bianche.
Sulla testa veniva posto un copricapo e spesso la bocca era tenuta chiusa con una benda che passava sotto il mento.
Così fu fatto pure per Gesù da parte di chi lo portò al sepolcro di Giuseppe di Arimatea, dopo averlo avvolto in un semplice lenzuolo così come ci dice Giovanni: “Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com’è usanza seppellire per i Giudei”.
Chi moriva di crocifissione non poteva essere sepolto in un posto dove c’erano altri cadaveri, perché era in disonore per quest’ultimi.
Ecco perchè Gesù fu sepolto in un sepolcro vuoto.
“Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?». Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.” (Luca 1, 1-8)
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica