Domani, mercoledì 15 gennaio presso il “Casino Padula”, nel Rione Agna Le Piane, la Polizia di Stato di Matera effettuerà un’esercitazione, nel corso della quale sarà simulato un intervento della Squadra di Negoziazione, struttura di nuova istituzione, per...
“(…) Era convinta che ogni essere umano assomigliasse al proprio corpo. Il dolore è una macchia sul volto. La paura è una stanza troppo grande. Conosceva il valore della giusta distanza; (…). Aveva un carattere che negli anni aveva disegnato come fosse una scultrice, togliendone un pezzo dopo l’altro, e l’importante non era quello che era rimasto, ma ciò che aveva distrutto a furia di colpi di scalpello”.
Leda ha quarantacinque anni, fa la psicologa e assiste i malati terminali. Ha una figlia diciassettenne, Laura, un marito lontano e un figlio, Adriano, che ha perso quando aveva cinque anni. Tanto prova a dar forza e a rassicurare i suoi pazienti quanto è fragile e irrisolta. Ma Leda è brava a mascherare, è maestra nel rassicurare. Così, appena Laura, al rientro da scuola, le dice a bruciapelo di essere incinta – ha fatto sesso durante una festa, era ubriaca -, Leda non si scompone, non fa scenate, non piange, non la sgrida… “Non ti preoccupare”, le dice soltanto.
Leda e Laura sono come due sorelle e, insieme, affronteranno questa nuovo inizio. Ma mentre Leda diventa – giustamente – ancora più protettiva, nonostante il carico emotivo pesantissimo dovuto al suo lavoro, Laura in preda alle nausee, si fa sfuggente e spesso urticante nei suoi confronti.
La loro è una famiglia sfilacciata che si destreggia tra ricordo di un passato comune e incantato e la memoria di dolori indelebili. È una famiglia nella quale, paradossalmente, il dialogo – in diverse forme e su più livelli – sembra essersi interrotto o farsi monologo: il lavoro, la scuola, gli amici e gli amori richiedono sempre più spazio, sempre più attenzioni. Solo quando si affaccia la possibilità di una nuova vita, diventa chiaro a tutti che è tempo di fermarsi e parlare.
“Le cose accadono indipendentemente dalla nostra volontà.
Ho imparato a non chiedere nulla.
Ad accettare ciò che di terribile può capitarti, o almeno ad accettare che si può accettare”.
La parte migliore (Einaudi) è probabilmente il romanzo più bello e maturo di Raimo, ha un’intensità e uno spessore che rapiscono il lettore portandolo a contatto con l’imprevedibilità della vita.
Christian Raimo (1975) è nato a Roma, dove vive e insegna. Ha pubblicato per minimum fax le raccolte di racconti Latte(2001), Dov’eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro? (2004) e Le persone, soltanto le persone (2014). Per Piemme ha pubblicato il saggio-inchiesta Ho 16 anni e sono fascista. Indagine sui ragazzi e l’estrema destra. Insieme a Francesco Pacifico, Nicola Lagioia e Francesco Longo – sotto lo pseudonimo collettivo di Babette Factory – ha pubblicato il romanzo 2005 dopo Cristo (Einaudi Stile libero 2005). È fra gli autori di Figuracce (Einaudi Stile libero 2014). Per Einaudi ha inoltre pubblicato Il peso della grazia (2012), Tranquillo prof, la richiamo io (2015), Tutti i banchi sono uguali (2017). È redattore di «minima et moralia» e «Internazionale».
Christian Raimo (1975) è nato a Roma, dove vive e insegna. Ha pubblicato per minimum fax le raccolte di racconti Latte(2001), Dov’eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro? (2004) e Le persone, soltanto le persone (2014). Per Piemme ha pubblicato il saggio-inchiesta Ho 16 anni e sono fascista. Indagine sui ragazzi e l’estrema destra. Insieme a Francesco Pacifico, Nicola Lagioia e Francesco Longo – sotto lo pseudonimo collettivo di Babette Factory – ha pubblicato il romanzo 2005 dopo Cristo (Einaudi Stile libero 2005). È fra gli autori di Figuracce (Einaudi Stile libero 2014). Per Einaudi ha inoltre pubblicato Il peso della grazia (2012), Tranquillo prof, la richiamo io (2015), Tutti i banchi sono uguali (2017). È redattore di «minima et moralia» e «Internazionale».
Rossella Montemurro
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